Un operaio di 40 anni di Sassuolo è stato condannato a 3 anni e 6 mesi per molestie a una ragazza minorenne che l’uomo molestò mentre riaccompagnava a casa.


Con la scusa di accompagnarla a casa in auto, ha molestato sessualmente una minorenne. Il fratello della ragazza l’ha saputo, ha rintracciato l’aggressore e l’ha schiaffeggiato. Per tutta risposta, lui l’ha denunciato per lesioni. Mal gliene incolse: è emerso il motivo degli schiaffi, ed è subito scattata la denuncia per molestie sessuali. Ieri la condanna: gli schiaffi secondo l’accusa erano «sacrosanti», e G.G., 40 anni all’epoca dei fatti, sposato con un figlio, è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione. Non è prevista la sospensione condizionale della pena: l’uomo attualmente è a piede libero, ma se anche l’appello confermerà la condanna, dovrà rassegnarsi al carcere.
I fatti risalgono al ’97: G.G. era ad una tombola in un centro del comprensorio sassolese. Lì, ha visto una ragazza allora 17enne, sua vicina di casa. Alla fine della serata si è offerto di riaccompagnarla . Una volta entrati in auto, l’atmosfera di semplice amicizia si è improvvisamente guastata: l’uomo ha cominciato a toccare la giovane, ha anche tentato di spogliarla. Di fronte al rifiuto da parte della ragazza nei confronti della sua attenzioni, l’uomo si è aperto i pantaloni e l’ha fatta assistere ad una sua «esibizione».
Intimorita per l’accaduto la ragazza ha preferito non parlare con nessuno di quello che era successo. L’uomo però non ha cessato di importunarla, continuando ad infastidirla con telefonate. La madre e il fidanzato della giovane si sono accorti delle chiamate non gradite, ed è stato allora che la ragazza ha raccontato tutto. A questo punto il fratello, sconvolto per il racconto e in preda all’ira, ha rintracciato G.G., lo ha affrontato e gli ha affibbiato due schiaffoni. G.G. non sentendosi per nulla in colpa, ha deciso di querelarlo per lesioni.
La vicenda è così finita in tribunale, e il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Giuseppe Tibis. E’ bastato approfondire le circostanze della vicenda per risalire al reato ben più grave di molestie sessuali. E’ scattata la denuncia, e ieri si è arrivati alla sentenza del processo di primo grado. Il giudice ha accolto in pieno la richiesta dell’accusa.