Come si fa a scegliere l’acqua minerale ‘ad hoc’ per le nostre esigenze tra le ben 260 marche presenti sul mercato e davanti ad etichette con sigle chimiche di difficile comprensione?

Non è facile, conferma l’Aduc, l’associazione per i diritti degli utenti e consumatori, ed infatti il consumatore in genere al massimo chiede ‘acqua minerale’ gassata o liscia, che è come chiedere un vino bianco piuttosto che rosso tralasciando l’infinità di sfumature di gusto e colore presenti all’interno dello stesso bianco o dello stesso rosso. Ecco allora per i consumatori una lista di consigli Aduc per barcamenarsi nell’universo delle acque minerali.

”Il primo dato da leggere nelle etichette e’ il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua, che dà l’idea della ‘pesantezza’ dell’acqua stessa: si passa da quelle minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali. L’Aduc consiglia di scegliere quelle che presentano un residuo fisso tra 400 e 600 milligrammi al litro (mg/l)”.

”Le acque minerali gassate, naturalmente o artificialmente, sono sconsigliate -avverte l’Aduc- per chi soffre di acidità, gastrite o ulcera. Le acque solfate (limite 200 mg/l), soprattutto se abbinate al magnesio (limite 50 mg/l) hanno un effetto lassativo e possono interferire con l’assorbimento del calcio. Le acque clorurate (limite 200 mg/l), contengono maggior quantità di sodio e sono sconsigliate per gli ipertesi. Quelle calciche (limite 150mg/l), risultano ‘pesanti’ e danno all’acqua un sapore particolare ma non provocano i calcoli”.

”Le florurate (limite 1 mg/l) possono dar luogo alla screziatura nello smalto dei denti e influiscono sulla mineralizzazione delle ossa: attenzione a farla bere ai bambini. I nitrati (limite 45 mg/l, per i bambini 10 mg/l), sono un indicatore dell’inquinamento del terreno. Purtroppo -sottolinea ancora l’Aduc- è difficile trovare una acqua priva di nitrati. C’è infine il problema di alcuni metalli tossici, quali l’arsenico, il cadmio, il (tri)cromo, dei quali ovviamente ne sconsigliamo l’assunzione”.
Ultima avvertenza dell’Aduc: ”tutte le acque fanno fare la pipi’.
L’effetto ‘pulizia interna’ è dovuto alla quantità non alla qualità dell’acqua bevuta. Al ristorante è bene farsi aprire la bottiglia al tavolo, non aggiungere ghiaccio e variare la scelta”.