Nell’Unione Europea, tra il 1980 e
il 2001 il numero di vittime di incidenti stradali è sceso del 37 %, in Italia del 27 %. Alcuni paesi come Gran Bretagna, Svezia e Olanda, hanno ridotto del 50 % l’incidentalità stradale, allineandosi così agli obietti dell’Ue, che aveva imposto il traguardo entro il 2010. In Italia invece, dopo un periodo di progressiva riduzione dei morti e dei feriti, vi è stato dal 1996 un leggero, costante aumento e la patente a punti è servita solo in parte.


Sono i dati forniti dall’Aci alla presentazione di una serie di iniziative che si svolgeranno dal 3 al 7 aprile, giorno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come ”Giornata della sicurezza stradale”.

Ogni anno nel mondo si registrano 1.300.000 morti sulle strade. In Europa 40.000 morti e quasi 2 milioni di feriti di cui 150 mila restano invalidi. Negli Stati Uniti, paese severo nei limiti e nei controlli, i morti nel 2001 sono stati 42.000.
Percentualmente gli incidenti sono più diffusi tra i giovani. Sul totale di 6.736 morti del 2002, 2.620 – quindi il 40 %, – avevano un’età compresa tra i 15 e i 34 anni. Tra le iniziative di sensibilizzazione per il 7 aprile spot radiofonici e televisivi, messaggi luminosi sulla rete autostradale, striscioni negli stadi di serie A e B e una preghiera da leggere nelle parrocchie su disposizione della Commissione Episcopale Italiana. Inoltre lettere agli associati
da parte delle società di assicurazioni iscritte all’Ania, un impegno dei sindacati e la distribuzione di volantini dell’Aci nelle scuole e sui mezzi pubblici (tram, autobus e stazioni ferroviarie).