Sono 104 gli impianti che costituiscono il patrimonio aeroportuale dell’Emilia-Romagna. In particolare, oltre ai 5 aeroporti aperti al traffico aereo commerciale, nel nostro territorio sono presenti 7 aeroporti aperti al traffico aereo turistico, 9 aviosuperfici, 34 campi di volo e 49 elisuperfici di cui 29 utilizzate solo per il soccorso sanitario.


I dati, raccolti dallo studio affidato ad Adalberto Peretti, sono stati presentati ieri mattina nel corso del workshop “Aviosuperfici ed Elisuperfici – Il nuovo contesto normativo”, organizzato a Bologna dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, in collaborazione con la Regione.
L’indagine, finalizzata alla creazione di una banca dati di tutti gli impianti presenti sul territorio, si è estesa a tutte le strutture aeroportuali regionali quantificando e qualificando il fenomeno della cosiddetta aviazione generale e del volo da diporto o sportivo, descrivendo sia le caratteristiche tecniche ed organizzative dei singoli impianti sia la tipologia e l’entità delle attività in essi svolte.
“Ciò che ci interessa – ha sottolineato l’assessore regionale a Mobilità e trasporti Alfredo Peri – è l”effetto sistema’. Lo studio, infatti, ha fatto emergere la potenzialità di importanti collaborazioni attivabili tra diversi assessorati regionali interessati al settore, ad esempio Sanità, Protezione Civile, Turismo e Programmazione Territoriale.
“E’ ora necessario sostenere gli sforzi che vengono compiuti in Emilia-Romagna. E’ aperta la discussione su come garantire le risorse necessarie a queste attività – ha concluso Peri -, che possono avere una grande importanza per i servizi di Protezione civile e soccorso e per garantire i collegamenti con le aree più svantaggiate”.
Con la modifica del titolo V della Costituzione, alcune competenze nel settore dall’aviazione civile sono passate alle Regioni, dando il via all’attuazione del decentramento in materia di aeroporti minori. La legge regionale n. 8 del 14 maggio 2002, “Interventi a sostegno e sviluppo dell’aeroportualità di interesse regionale”, consentirà il riparto delle risorse che, in virtù della stessa legge, saranno assegnate al settore.