Sempre più persone scelgono di farsi cremare. Anche in Emilia-Romagna. Dal 2002 al 2003 le cremazioni nella nostra regione sono passate da 4.390 a 5.163 , pari al 12% del totale nazionale. Del resto anche in Italia la pratica è in aumento. Nello stesso periodo le cremazioni sono salite infatti da 38.691 a 42.909. Fino ad oggi però norme arretrate, regole farraginose, costi elevati rendevano la cremazione una scelta difficile e non sempre realizzabile. Da qui un progetto di legge regionale “in materia funeraria e di polizia mortuaria” per ridefinire l’intera disciplina.

Cremazioni dunque, ma non solo.
Il testo finale del progetto di legge, che è stato licenziato oggi della Commissione consiliare sanità e affari sociali e che è il risultato di due distinte proposte, una della Giunta e una dei consiglieri regionali Silvia Bartolini e Lino Zanichelli, attua infatti anche una semplificazione e una sburocratizzazione delle norme che regolamentano tutta la materia funeraria. Si tratta di norme statali, spesso piuttosto vecchie, sulle quali ora la Regione può intervenire grazie alle nuove competenze arrivate con la riforma del titolo V della Costituzione.

“Con questo progetto di legge – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità Giovanni Bissoni – abbiamo cercato di semplificare procedure e atti in una materia di straordinario rilievo sociale e civile ed estremamente delicata perché tocca da vicino la sfera più intima di ognuno di noi. Lo abbiamo fatto tenendo ben fermo un obiettivo: la tutela della dignità della persone e dei diritti dei cittadini, cercando di ampliare l’effettivo diritto di scelta di ognuno, nel rispetto delle diverse sensibilità.”

Per quanto riguarda la cremazione, la novità principale introdotta dal progetto di legge è che le ceneri del defunto, che a tutt’oggi possono essere conservate solo in cimitero, potranno essere affidate alla famiglia e conservate in casa o, sulla base di una volontà scritta dell’interessato, disperse in natura, compresi fiumi e mari, o in aree private. Nel rispetto ovviamente di apposite indicazioni.

Altre novità riguardano il fatto che la Regione, d’intesa con Comuni e Province, stabilirà le tariffe per il servizio pubblico di cremazione, valide sull’intero territorio emiliano-romagnolo e che le Province entro un anno dall’entrata in vigore della legge programmeranno la realizzazione di nuovi crematori in misura adeguata alla domanda dei loro territori. Oggi in Emilia-Romagna gli impianti di cremazione sono infatti solo 4: a Bologna, Faenza, Ferrara e Reggio Emilia.

Alcune norme regolamentano anche l’attività delle imprese funebri, che per esercitare, dovranno, d’ora in poi, essere in possesso di una specifica autorizzazione comunale, non solo di tipo commerciale.
L’obiettivo è qualificare il settore sia sotto il profilo del personale, che dovrà tra l’altro ricevere una specifica formazione, che delle strutture. Viene anche stabilita l’incompatibilità tra la gestione di servizi pubblici quali cimiteri e camere mortuarie e l’esercizio dell’attività di impresario funebre.
I comuni potranno infine individuare strutture per il commiato, luoghi in cui i famigliari e gli amici del defunto potranno ritrovarsi per un ultimo saluto.