Duecentosessantasette litri di acqua
ogni giorno. Per lavarsi, bere, cucinare, lavorare. Questo il dato medio di acqua disponibile per abitante secondo un rapporto Istat pubblicato oggi.

Il rapporto misura non solo
l’acqua erogata, ovvero l’acqua potabile a disposizione dell’utente conteggiata attraverso i contatori, che ammonta nel Paese a 5,61 miliardi di metri cubi l’anno, ma anche l’acqua fatturata, cioe’ pagata, 5,69 miliardi di metri cubi, e poi l’acqua immessa nelle reti di distribuzione, 7,86 miliardi di metri cubi. Lo studio Istat si focalizza anche sulla gestione dei servizi idrici, che in Italia vede la presenza di quasi ottomila partecipanti, e lo stato della depurazione.


I dati, disponibili anche in rete all’indirizzo acqua.istat.it, si riferiscono al 1999 e sono il risultato della prima rilevazione censuaria del Sia, il “Sistema delle indagini sulle acque”, avviato dall’Istituto di statistica per aggiornare il consueto censimento decennale sui servizi idrici.


Nel 1999 l’acqua erogata era pari a 5,61 miliardi di metri cubi. Il 32% e’ fornito alle regioni del nord-ovest, il 20% all’Italia centrale e al meridione, il 19% nelle regioni del nord est, e il 10% nelle isole. Se il valore pro capite medio e’ 267 litri per abitante al giorno, questo dato varia molto a seconda delle zone: per esempio nel nord ovest l’acqua disponibile e’ superiore (323 litri per abitante), con punte massime in Liguria (373) e in val D’Aosta (364); nel nord est il valore pro capite e’ 268 litri, ma se in Emilia Romagna si scende a 240, in Friuli e Trentino si sale invece a 318; nel centro e’ il Lazio a detenere il primato (311 litri per persona), e la media si assesta sui 275 litri per abitante; nelle regioni del sud i consumi scendono: 214 il valore medio del meridione, 236 quello delle isole. Il dato piu’ basso e’ quello della Puglia, con 157 litri di acqua al giorno.