Sul piano vasca della piscina scoperta Dogali non c’è più traccia del trampolino e l’attività natatoria del pubblico stamane è proseguita senza neanche un minuto di sosta. Sono bastate una decina di ore, dalle 19 fin verso l’alba, per imbragare il manufatto, tagliarlo in due pezzi, sollevarli e demolirli fuori dalla recinzione.

Un intervento necessario che ha previsto da parte dell’Amministrazione comunale uno stanziamento di 33 mila euro per affidare i lavori ad una ditta specializzata.

“Sono state varie le motivazioni, commenta Stefano Bonaccini assessore ai Lavori pubblici, che ci hanno indotto a richiedere e ad ottenere il nulla osta per l’abbattimento del trampolino al Soprintendente per i Beni architettonici e per il paesaggio. Innanzi tutto la struttura per i tuffi è stata realizzata successivamente all’impianto originario e ha subito ripetuti interventi di modifica. Notevoli erano le difficoltà nelle operazioni di montaggio della copertura pressostatica, che in un caso ha determinato la lacerazione della copertura stessa con notevoli danni economici. Ultimo, ma non in ordine di importanza, le presenze di bagnanti che si arrampicavano sul trampolino, in barba ai divieti e nonostante la mancanza della scaletta di risalita, con grave rischio di cadute”.

Anche sul fronte sportivo il trampolino creava problemi. “I nuotatori in gara che dovevano partire sui quattro blocchi centrali, dichiara Antonino Marino assessore allo Sport, erano costretti a spazi angusti e con un’altezza di soli 177 centimetri prima di toccare con la testa la soletta del manufatto. Ma il fatto più importante è che da tempo il trampolino non poteva essere più utilizzato. Infatti la normativa che regola la disciplina dei tuffi, prosegue Marino, è radicalmente cambiata tant’è che per potersi tuffare i bagnanti devono avere a disposizione una vasca a loro riservata, a profondità costante che deve essere lasciata libera al termine di ogni tuffo”.