E’ stata vertiginosa la crescita della tassazione locale nell’ultimo decennio: l’aumento è stato del 178,4% tra il 1993 e il 2003. E’ quanto stima la Cgia di Mestre calcolando nel 12,1% l’incremento medio annuo della fiscalità locale (Comuni, Province, Comunità montane).

Si è ridotto, al contempo, il peso del prelievo centrale con un calo di introiti pari al 3,1% complessivo nel decennio. Il dato, straordinario in termini percentuali, è stemperato se lo si guarda in cifra assoluta: le entrate locali sono salite da 31,79 a 88,50 miliardi di euro e quelle dell’amministrazione centrale sono diminuite da 290,60 a 281,70 miliardi.

All’origine dell’incremento c’è la scarsa incidenza della finanza locale fino ai primi anni Novanta con la sua progressiva crescita conseguente al decentramento. Tuttavia, oggi la situazione “è in fase di peggioramento – sottolineano gli Artigiani di Mestre – grazie alla trasformazione di alcuni tributi locali in tariffe, come quella dei rifiuti, che da un lato permettono aumenti vertiginosi, con la giustificazione della razionalizzazione e del miglioramento qualitativo del servizio, e dall’altro lato garantiscono ulteriori introiti allo Stato con l’applicazione dell’Iva”.