Partono domani, mercoledì 20 ottobre, gli scioperi a scacchiera del personale della scuola proclamati dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil a sostegno dei rinnovi contrattuali, contro i tagli previsti dalla Finanziaria e per chiedere un piano di investimenti pluriennale per il settore.

Insegnanti, personale amministrativo e dirigenti scolastici
incroceranno le braccia alla prima ora di lezione o di
servizio; il personale in servizio nel turno pomeridiano
sciopererà all’ultima ora.

Il 20 si fermeranno Basilicata e Friuli, il 21 Toscana,
Puglia e Marche, il 22 Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Lazio e
Molise, il 25 Lombardia, Calabria e Sicilia, il 26 Veneto e
Sardegna, il 27 Liguria e Piemonte, il 28 Trento, Bolzano, Valle
d’Aosta e il personale in servizio all’estero. Volantinaggi,
presidi e manifestazioni verranno organizzati dalle strutture
sindacali territoriali.

Esaurito questo pacchetto di scioperi regionali, il 29
ottobre è in calendario una giornata nazionale di
mobilitazione: i docenti non svolgeranno attività di
insegnamento al di fuori di quelle strettamente obbligatorie, il
personale amministrativo e tecnico non effettuerà attività e
incarichi aggiuntivi e i dirigenti si atterranno strettamente ai
compiti definiti nel proprio profilo.


Ultima tappa di questo percorso di mobilitazione sarà il 15
novembre lo sciopero generale del settore (con una
manifestazione a Roma) che, per la prima volta, seppure su
piattaforme diverse, vedrà fianco a fianco nella protesta
sindacati confederali, Cobas e Gilda.