“Nel corso del 2004 i prezzi di vendita del vino destinato ad acquisti familiari in Italia sono aumentati del 2,3%, pari a meno di un terzo degli aumenti percentuali registrati nei primi anni del duemila quando per alcune tipologie di prodotto si sono raggiunti tassi a due cifre”.

E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su “Vino, benessere e salute” organizzata da Coldiretti e Città del Vino, sulla base dei dati Ismea-AcNielsen che fotografano per la prima volta dopo anni di progressiva riduzione una inversione di tendenza con l’aumento delle quantità di vino consumate nei pasti familiari di quasi 8 milioni di bottiglie rispetto all’anno precedente. La ripresa coinvolge ben tre famiglie su quattro che nel corso dell’anno 2004 hanno acquistato vino da consumare a casa.
Ad essere preferiti dagli italiani – precisa la Coldiretti – sono stati i vini rossi che rappresentano piu’ della metà (56%) dell’oltre un miliardo di bottiglie di vino complessivamente acquistate mentre al secondo posto ci sono i vini bianchi (37%) e per ultimi quelli rosati (7%).

Dal punto di vista economico – continua la Coldiretti – la spesa “domestica” per il vino è risultata pari complessivamente a 1,5 miliardi di Euro (+3% rispetto al 2003) indirizzata per il 58% all’acquisto di vini da tavola anche se i vini a denominazione di origine controllata e/o garantita (Doc/Docg) rappresentano il 42% del totale ed aumentano di ben 5 punti percentuali nell’ultimo anno.

I principali consumatori di vino da tavola – precisa la Coldiretti – sono gli abitanti delle regioni nord occidentali (29%), seguono le regioni centrali (27%), quelle meridionali (24%) e infine quelle nord orientali (19%). Relativamente ai vini a denominazione (Doc/Docg) – continua la Coldiretti – quasi la metà dei consumi avviene nelle regioni del nord ovest (43%) mentre altri forti consumatori sono agli abitanti del centro Italia con una quota del terzo sul totale.

Nei supermercati e negli ipermercati – conclude la Coldiretti – vengono acquistate oltre la metà delle bottiglie di vini da tavola (52%), e oltre i due terzi di quelli a denominazione di origine (68%) ma resistono anche le enoteche e gli alimentari tradizionali dove vengono comprati il 18 % delle bottiglie nei vini da tavola e l’11% di quelle a denominazione.