Con una crescita dell’occupazione dipendente del 1,6%, un lieve incremento della produzione e degli ordinativi registrato dal 34,6% degli intervistati e una continuità di investimenti da parte degli imprenditori (il 52,9% ne ha fatti negli ultimi 6 mesi), nel primo trimestre del 2005 l’economia dell’artigiananto e delle piccole e medie imprese dell’Emilia Romagna dimostra una buona tenuta.

E’ in sintesi quanto emerso dall’indagine condotta dal Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa) regionale su 135 aziende associate con più di 4 dipendenti, che è stata presentata oggi a Bologna dal presidente Quinto Galassi e dal segretario Giorgio Allari.

Non mancano, tuttavia, segnali negativi. ”In primo luogo – spiega Galassi – l’acuirsi di un clima di sfiducia sulla possibilità che si realizzi una vera ripresa nei prossimi tre mesi, la domanda interna e internazionale che resta svogliata e il rallentamento dell’export”. In merito ai diversi settori, se recuperano terreno il manifatturiero (fatta eccezione per il tessile ancora in crisi) e i servizi, sono in difficoltà, invece, le costruzioni e l’autotrasporto. ”Il comparto edile risente della scarsità di manodopera specializzata e dei ritardi nei pagamenti da parte dei clienti – chiarisce il presidente regionale del Cna – mentre l’autotrasporto soffre della concorrenza sleale”. Si tratta di competitor che vengono dall’Est Europa (in particolare dalla Romania) che hanno conducenti e carburante a basso costo.

Tra le province, Modena con un 73% sul totale degli investimenti messi in campo è quella che si è dimostrata più attenta agli investimenti per la qualità, Rimini con il 33,3% è al primo posto per l’innovazione di servizi e prodotti, mentre Parma (67%), Reggio Emilia (46%) e Modena (54,4%) hanno finanziato più delle altre interventi di differenziazione e potenziamento volti all’innovazione dell’organizzazione della struttura interna dell’azienda. Parma, infine, è la provincia che ha più attuato il trasferimento tecnologico, dedicando all’informatizzazione il 50% degli investimenti.

Per ciò che concerne le attese degli imprenditori della regione, il pessimismo dilaga nei confronti dell’andamento dell’economia nazionale. La situazione di stallo permarrà per il 44,2, mentre per il 28,8% peggiorera’ ”leggermente”, e ”decisamente” peggio andrà per oltre il 10%.
Solo il 14,4% confida in un lieve miglioramento. Più incoraggiante è il clima se si guarda alla sfera emiliano romagnola: per il oltre 53% l’economia regionale continuerà a tenere, il 19,2% prevede una contenuta ripresa, il 20,2% si aspetta un lieve rallentamento e solo il 4,8% attende un deciso peggioramento. Un cauto ottimismo che lascia però fuori le imprese delle costruzioni.