In aumento i prezzi alla produzione dei generi alimentari. Nel bimestre febbraio-marzo 2005, i prezzi alla produzione alimentari mettono a segno un progresso dell’1.7%, con ritocchi che interessano tutte le filiere. La tendenza al recupero
sembra destinata a confermarsi anche nei prossimi mesi.

Per i prezzi al consumo gli aumenti sono destinati ad arrivare nella seconda metà dell’anno. Anche per le tariffe pubbliche potrebbe essere vicino il momento dei recuperi. Questo quanto emerge dall’ultima riunione dell’Osservatorio ‘Prezzi e mercati’ dell’INDIS, Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione nei servizi, cui
partecipano sia gli operatori delle diverse filiere che i rappresentanti delle istituzioni.

Prezzi alla produzione alimentari: l’inflazione torna sopra al 2%
Le richieste di revisione di listino avanzate dall’industria alimentare alla Distribuzione
Organizzata sono orientate al rialzo dei prezzi. Nel bimestre febbraio-marzo, i prezzi alla
produzione del paniere delle 39 merceologie alimentari aumentano in media dell’1.7%,
segnando così una svolta rispetto a quanto verificatori tra gennaio 2004 e gennaio 2005,
quando i rincari non hanno superato lo 0.1%.
I maggiori aumenti si registrano per i prezzi delle carni, rincarati nel bimestre del 3% (con
aumenti del 4-6% della carne di vitello e di bovino adulto e di ribassi del 2% del suino fresco), seguiti dallo scatolame (+3% per i prezzi dei gelati e dei surgelati – pesce e ortaggi) e dagli olii (in aumento del 2% i prezzi alla produzione dell’olio d’oliva e dell’extravergine). Tra gli altri prodotti di uso comune aumenta del 2% il prezzo alla produzione delle birra, dell’1.5% quello dell’acqua minerale e del 5% quello del caffè.

Per le tariffe pubbliche un anno in salita
La prima parte del 2005 ha confermato la moderazione delle tariffe pubbliche: in media
negli ultimi dodici mesi le tariffe sono ferme, in un quadro di compressione che si protrae dal 2002. La stabilità delle tariffe pubbliche è la sintesi di ribassi per le tariffe nazionali (diminuite in un anno dell’1.9%) e di rincari contenuti delle tariffe locali (+0.8% in un anno). All’interno dell’insieme delle tariffe nazionali, tuttavia, va segnalato che ai ribassi
dei prezzi dei medicinali a carico del Servizio sanitario nazionale (su cui più volte nel corso
dell’ultimo anno il Governo è intervenuto tagliando i prezzi per decreto) si contrappongono aumenti superiori al 3% dei pedaggi autostradali e del 6% delle tariffe per l’istruzione. Anche tra le tariffe locali a rincari dell’1% dei trasporti extra-urbani si affiancano aumenti del compresi tra il 3 e il 5% delle rette degli asili nido e aumenti superiori al 4% dei rifiuti solidi urbani. Nei prossimi mesi, rialzi delle tariffe sono attesi sia sul versante nazionale che locale.

L’inflazione 2005: beni in calo, servizi stabili, tariffe in aumento
I primi mesi del 2005 confermano un’intonazione moderata dei prezzi al consumo, con
un’inflazione ferma all’1.9%. I prezzi dei beni rimangono sotto controllo.
-Per l’alimentare la deflazione (che si manifesta con prezzi mediamente inferiori a quelli di dodici mesi or sono) è la sintesi di diminuzioni dei prezzi dell’ortofrutta (nell’ultimo anno i prezzi degli ortaggi sono scesi del 9%, quelli della frutta del 4%) e di una discesa dell’inflazione in tutti gli altri reparti: dalle carni (aumentate negli ultimi dodici mesi dell’1.2%), all’alimentare confezionato, alle bevande
(+0.9%), al banco del fresco (+0.7%), ai prodotti del ciclo del freddo (+0.5%).
-Tra i prodotti non alimentari le pressioni sui costi, dovute ai rincari delle materie prime internazionali e, sul versante interno, ai deboli progressi della produttività, rimangono compresse, grazie alla concorrenza esercitata dalle produzioni dei paesi emergenti e dall’assenza di progressi della domanda di consumo.
-Tra i servizi si assiste ad un passaggio di testimone: si spengono le tensioni nei prezzi dei servizi di alloggio, di ristorazione e dei pubblici esercizi, rincarati negli ultimi dodici mesi del 2.8% (il dato più basso dal 1999), mentre si accendono focolai inflazionistici tra i servizi di trasporto, rincarati in un anno del 6.1% (con aumenti a due cifre per i voli aerei
nazionali, intercontinentali ed europei).
-Le elevate quotazioni del petrolio iniziano a sollecitare anche i prezzi delle tariffe
energetiche, destinate a rincarare ancora nei prossimi mesi, mentre le altre tariffe pubbliche sono ferme sui livelli di inizio 2004, in virtù di una tornata di adeguamenti di inizio anno risultata la più moderata dell’ultimo quindicennio.