Inizio di anno senza sorprese per il comparto artigiano che, come avviene tradizionalmente, segna un saldo negativo nel bilancio tra aperture e
chiusure. Nei primi tre mesi di quest’anno il bilancio si è attestato a -8.490 unità, un risultato migliore di quello registrato nello stesso trimestre dello scorso anno, quando il saldo negativo fu di –10.614 unità, e secondo soltanto a quello del 2003 nella serie degli ultimi sei anni. Alla fine del primo trimestre 2005, pertanto, sono 1.454.257 le imprese
artigiane registrate presso le Camere di Commercio, ovvero lo 0,58% in meno rispetto al
trimestre precedente.

Il dato, reso noto da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione
trimestrale sul movimento demografico delle imprese artigiane condotta da InfoCamere
(società consortile di informatica delle Camere di Commercio), è il risultato del saldo tra
29.728 iscrizioni e 38.218 cessazioni. Nel complesso, il comparto artigiano evidenzia un
rallentamento più marcato rispetto al totale dell’universo imprenditoriale italiano che, come già reso noto, nel primo trimestre 2005 ha mantenuto una sostanziale stabilità
rispetto al trimestre precedente (-0,01% il tasso di crescita dello stock di imprese).

Gli andamenti territoriali
La dinamica negativa ha interessato tutte le aree del Paese a partire dal Nord-Ovest, che ha visto diminuire il numero di imprese artigiane di 3.253 unità (-0.73% il tasso di crescita). Nell’ordine seguono il Nord-Est (-2.047 unità), il Centro (-1.737) e la circoscrizione del Sud e Isole (-1.453).
Solo tre regioni registrano un incremento di imprese nel trimestre: la Basilicata (+42
unità, lo 0,34% in più), la Sardegna (+35 unità, pari ad un incremento nel trimestre dello
0,1%) e il Lazio (+34 imprese, pari ad una variazione percentuale praticamente nulla nei
tre mesi). Tutte le altre regioni registrano saldi negativi, più elevati in termini assoluti in
Veneto (-1.696 unità), Lombardia (-1.544 unità) e Toscana (-1.446 imprese). L’Emilia Romagna registra un saldo negativo di 35 unità. In termini relativi, le regioni con le variazioni negative più sensibili sono state la Toscana (-1,24%), il Veneto (-1,16%) e il Molise (-1,09%).

Il bilancio dei settori
Industria manifatturiera (-4.863 imprese), commercio e riparazione di beni personali e per
la casa (-1.461 unità) e altri servizi pubblici, sociali e personali (-674 unità) si segnalano per i saldi negativi più cospicui nel periodo esaminato. Il bilancio dei settori va tuttavia qualificato considerando gli effetti di irrobustimento nel medio-lungo periodo della struttura imprenditoriale legati alle divergenti dinamiche delle forme giuridiche.
Nell’industria manifatturiera, infatti, a fronte della perdita di 4.295 ditte individuali si registra nel trimestre un saldo positivo di 984 società di capitali. Lo stesso fenomeno si osserva nelle costruzioni dove le 659 società di capitali in più nel trimestre bilanciano completamente la riduzione di 487 unità nelle ditte individuali.