In dieci anni, dal 1994 al 2004, le entrate fiscali degli enti locali (Comuni, Province, Comunità montane, etc.) sono aumentate del 106,5%,
passando da 36.991 a 89.851 milioni di euro. Dall’ufficio studi degli artigiani della Cgia di Mestre arriva un nuovo allarme, questa volta sulla
crescita della tassazione a livello locale.


L’amministrazione centrale, negli stessi dieci anni, ha invece incrementato le entrate da tassazione del 4,2%: da 283.718 a 293.797 milioni di euro. Il Pil, invece, sempre nello stesso periodo, è cresciuto
nel nostro Paese del 20%. Dati – ricordano dalla Cgia – che sono a prezzi costanti 2004, ovvero al netto dell’inflazione.

L’impennata delle tasse locali, secondo gli artigiani mestrini, è dovuto, soprattutto, ”al fatto che sino alla fine degli anni ’80 la finanza locale era molto contenuta e solo successivamente le competenze e i servizi offerti dagli enti locali sono aumentati. Sicuramente molte amministrazioni locali hanno calcato la mano e non sempre alle imposte
pagate sono stati corrisposti dei servizi alla cittadinanza qualitativamente e quantitativamente accettabili. Il decentramento Stato enti locali ha inoltre spostato il baricentro della pressione fiscale in capo a questi ultimi”.

La situazione è in fase di peggioramento – ricordano alla Cgia – grazie alla trasformazione di alcuni tributi locali in tariffe (è il caso proprio dello smaltimento dei rifiuti) che da un lato permettono degli aumenti
vertiginosi, con la giustificazione della razionalizzazione e del miglioramento qualitativo del servizio, e dall’altra garantiscono degli
ulteriori introiti allo Stato con l’applicazione dell’Iva.

”Il normale contribuente, in questo modo – sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia – si trova fare i conti con la doppia beffa dell’aumento e dell’impossibilità di detrarsi l’Iva. A questo si accompagna la crescita delle bollette dell’energia elettrica, del telefono, del gas, nonchè delle tariffe Rc auto, autostradali, postali, dei
trasporti terrestri ed aerei”.
Il federalismo fiscale, purtroppo non è ancora decollato – conclude Bortolussi – e di fronte ad un contenimento dei trasferimenti dal centro alla periferia, molti enti locali hanno compensato
la situazione facendo leva sulle tasse locali”.