E’ vero che i concessionari di rivendite di benzine sulle autostrade devono pagare una discutibile royalty su ogni litro venduto al concedente, ossia alle società che gestiscono la rete autostradale, ma è altrettanto vero che questa royalty assolutamente non può essere scaricata sul prezzo finale e cioè sul consumatore.

Infatti i capitolati allegati alle concessioni prevedono che la benzina debba essere venduta sulle autostrade allo stesso prezzo praticato mediamente nei centri urbani. La royalty quindi deve essere assorbita dagli enormi profitti che realizzano questi distributori autostradali che vendono oltre 10 milioni di litri all’anno con incassi stratosferici.

Le associazioni Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, quindi, hanno chiesto oggi alla Guardia di Finanza di effettuare ispezioni a tappeto sulla rete dei distributori delle autostrade e verificare se vendono i carburanti a prezzo maggiorato. Si tratterebbe di un inadempimento ai contratti di fornitura e un aggiotaggio punito con l’arresto.

Tutti i consumatori sono invitati a segnalare i prezzi maggiorati alla pompa alle associazioni dei consumatori o telefonando al 117 (guardia di finanza). E le società concessionarie se non faranno rispettare i contratti e non sanzioneranno chi aumenta il prezzo illegalmente saranno chiamate anche loro a risponderne direttamente ai consumatori.

Non è concepibile estorcere dai vacanzieri, costretti a fare il pieno in autostrada a prezzi superiori a quelli di mercato ingrassando indebitamente i profitti delle aziende, quando poi esse si oppongono anche alla installazione dei “benzacartelloni” che consentirebbero almeno di scegliere, come avviene in Francia, il distributore più conveniente sulla tratta.