“La Regione Emilia-Romagna trascura di fatto il Parmigiano Reggiano – questo afferma il Consigliere Regionale di Forza Italia Fabio Filippi.
Serve un impegno vero e determinato della Regione Emilia-Romagna da tempo totalmente e colpevolmente assente in questo vitale settore dell’agro-alimentare. Ormai non è più un problema di sopravvivenza, le aziende stanno decidendo se chiuder o tenere duro ancora un po”. Filippi ha quindi optato per un’interrogazione regionale chiedendo l’intervento della Giunta Errani.


Per Filippi la Regione Emilia-Romagna ha la struttura e la capacità finanziaria per attuare una seria politica di rilancio di un prodotto con qualità organolettiche eccezionali, ma non ha la volontà e l’interesse per spingere in tale direzione.

“Come sostengo ormai da anni – aggiunge Filippi – la Regione promuove principalmente prodotti dell’ orto-frutta romagnola ed è incurante nei fatti della crisi del Parmigiano Reggiano.
Che fine ha fatto il piano per la ristrutturazione dei caseifici sociali, così pomposamente presentato da Regione e Provincia di Reggio Emilia?
La crisi del Parmigiano-Reggiano è, sì ciclica, ma oggi più che mai è crisi di mercato e di quote che si perdono, da cui ovviamente i concorrenti se ne avvantaggiano.
Il dramma vero è semplice, c’è un prodotto, il Grana Padano, con caratteristiche organolettiche infinitamente diverse dal Parmigiano Reggiano, ma che sta conquistando fette di mercato sempre più importanti attraverso un’ aggressiva politica di marketing.
Che cosa aspetta la Regione Emilia-Romagna ad investire massicciamente nel Re dei formaggi? A favorire delle aggregazioni territoriali vere che sappiano differenziare anche il prodotto (ad esempio quello di montagna da quello di pianura)”.

Il prezzo del Parmigiano Reggiano all’ingrosso subisce notevoli oscillazioni, che possono mandare in crisi l’intera filiera e mettere in difficoltà tutto il comparto lattiero- caseario della nostra regione.
La Regione Emilia-Romagna dovrebbe collaborare con gli agricoltori favorendo l’aggregazione dei caseifici in modo da permettere ad esempio la realizzazione di stabilimenti per la grattugia. Il formaggio sottoscelto rappresenta il 10-15% dell’intera produzione, se tolto dal mercato e venduto grattugiato genererebbe un aumento di prezzo del prodotto scelto e la certezza della qualità del marchio.