Tutelare l’habitat e le specie animali minacciate dallo sviluppo e dalle attività dell’uomo: in una parola la biodiversità. Era l’obiettivo di due direttive europee (denominate Uccelli e Habitat) che ora sono diventate realtà in Emilia-Romagna con il
completamento di un lavoro che ha censito 139 Sic (Siti di interesse Comunitario) e le Zone di protezione speciale (Zps).

I siti sono stati raccolti nel volume, ‘Rete Natura 2000’, edito dalla Editrice Compositori per iniziativa della Regione.
Non si tratta di parchi naturali, per i quali vi sono vincoli speciali, ma di zone di interesse per la biodiversità, spesso in erosione, che contengono. Occorrono quindi autorizzazioni particolari per chi vuole costruire, che devono essere richieste alla Regione, ma si tratta di competenze che saranno demandate alle Province e ai consorzi di Comuni.

Le caratteristiche delle zone individuate sono consultabili su internet con piante di scala uno a 5000 e coprono 236 mila ettari pari al 10,7% del
territorio regionale. Se a queste si sommano i parchi regionali (13), quelli nazionali (2), e le riserve (13), si superano i 280 mila ettari pari
al 13%.

La rilevanza della scelta dell’Emilia-Romagna sta nel fatto -come
hanno messo in risalto i tecnici dell’assessorato all’ambiente- che la Regione, nella sua posizione di cerniera tra l’area continentale a nord e l’area del Mediterraneo, ospita il 28% delle tipologie di habitat e ben il 42% delle specie di uccelli tutelati a livello comunitario (dal falco grillaio ai fenicotteri, dal mignattino piombato alla moretta tabaccata).
A questo lavoro si affianca quello dedicato ai parchi, che da alcuni giorni hanno un loro sito internet realizzato dal Servizio Parchi della Regione.