Esattamente un anno fa, il 25 novembre 2004, iniziava l’attività del Call Center, a favore degli immigrati, per le prenotazioni in Questura relative al rinnovo dei permessi di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, al rilascio della carta di soggiorno.


Il servizio, promosso da Provincia, Comuni, Sindacati, Associazioni Imprenditoriali, Enti coinvolti sulle problematiche del lavoro in stretta collaborazione con Questura e Prefettura, aveva l’obiettivo di eliminare l’indecenza sociale rappresentata dalle code davanti alla Questura.
In un anno il Call Center ha realizzato 16 mila prenotazioni.

Il Call Center provinciale – ha spiegato Marcello Stecco, Assessore Provinciale alla Solidarietà – comporta un onere di 105 mila euro, (60 mila a carico della Provincia e 45 mila a carico della Regione nell’ambito del Programma provinciale immigrazione) per una copertura sino a febbraio 2006.
E’ ferma l’intenzione di Provincia e Comuni di non recedere rispetto ad un servizio che rappresenta un riconoscimento concreto del valore dell’accoglienza, della dignità umana presente in ogni persona.

Reggio Emilia è di fronte ad una sfida epocale, l’integrazione sociale e la convivenza civile determinate da un’immigrazione impetuosa ed in un tempo rapidissimo: 6.630 nel 1993, 36.515 nel 2004 per rimanere ai soli residenti non comunitari. Un flusso del tutto particolare, se è vero che questo ci colloca al primo posto in regione e al quarto in Italia.
Credo tuttavia – prosegue Stecco – che accoglienza e integrazione costituiscano due dimensioni strettamente collegate, nel senso che la buona accoglienza che la Reggio laica e cattolica ha saputo mettere in campo favorisce il clima su cui innestare efficaci strategie di integrazione. Non facili: il fallimento dei modelli europei, Olanda, Inghilterra, Francia, stanno lì ad indicarci anche la necessità di un atteggiamento culturale: l’umiltà con cui affrontare queste sfide. Ogni vera sfida, è questa lo è sicuramente, non ha mai un esito scontato.

Il Vescovo Caprioli ha posto una domanda cruciale: quale futuro per la vita della nostra città? Chi ha una responsabilità pubblica sa che a questa domanda può essere fornita una risposta convincente soltanto se si risponde prima ad un’altra domanda: quali processi si verificheranno quasi sicuramente nel futuro della nostra città?
Credo che questo non sia un esercizio intellettuale, ma la sola base su cui poggiare una realistica strategia programmatoria e non di emergenza, responsabilità primaria delle Istituzioni Pubbliche.
Allora bisogna che ci diciamo una verità molto pesante, nelle sue opportunità e nei suoi rischi, vale a dire che nei prossimi 10 anni è molto probabile che accada esattamente quello che è accaduto nei precedenti 10 anni. Se cioè stimiamo in 50 mila la presenza non comunitaria complessiva (residenti, irregolari, clandestini) oggi presente sul territorio reggiano, dobbiamo sapere che nel 2015 è molto probabile che questa presenza raggiunga quota 100 mila.

Reggio Emilia – prosegue l’Assessore Provinciale alla Solidarietà – vivrà pertanto nel prossimo decennio una grande sfida contemporaneamente sul fronte dell’accoglienza, dell’integrazione e della convivenza mentre si affaccerà sempre più “prepotentemente” la domanda di cittadinanza sostanziale delle seconde e terze generazioni, dei giovani italiani figli di immigrati e nati in Italia, a Reggio Emilia.
E con molto realismo occorre aver presente che se le risorse finanziarie necessarie al rafforzamento della coesione sociale e all’innovazione dello stato sociale sono falcidiate dalla cultura liberista non saranno “a buon mercato” neppure con un governo riformista.

Pertanto le politiche di integrazione saranno il segno forte di tutte le politiche sociali, culturali, economiche urbanistiche del nostro territorio.
La mia opinione è che occorre accompagnare alle politiche di integrazione e di convivenza sulle priorità sociali (scuola, casa, lingua, legalità, equilibrio urbanistico) un processo partecipativo non “per”, ma “con” i nuovi reggiani, le loro rappresentanze, le loro associazioni, fissando nelle elezioni amministrative del 2009 l’obiettivo del pieno esercizio del diritto di voto.

Questo segno la Provincia e i Comuni reggiani – conclude Marcello Stecco – intendono portare nel cammino del prossimo futuro con tre tappe successive e fortemente interdipendenti: dicembre 2005, riunione straordinaria della Consulta Provinciale dell’Immigrazione in coincidenza, tra l’altro, con la Giornata internazionale Onu dei migranti; marzo 2006, prima Conferenza dell’immigrazione a Reggio Emilia; maggio 2007, Forum europeo a Reggio Emilia su ‘Migranti, Europa, Democrazia’.