Comprare casa non sempre conviene, soprattutto in citta’ come Bologna, Venezia o Milano. A rilevarlo, un’indagine commissionata dall’Associazione sindacale piccoli proprietari e realizzata da Nomisma, dal titolo ”Il mercato abitativo italiano: un’analisi territoriale sullo stato, la conservazione e la redditivita’ ”.


Dall’indagine, presentata ieri a Chianciano, in occasione del sesto convegno nazionale dell’Asppi – in corso anche oggi e domenica – si evidenzia che per appartamenti medi (circa 90 metri quadri) in citta’ come Bologna, Venezia o Milano risulta piu’ conveniente pagare il canone di affitto piuttosto che la rata del mutuo, mentre per appartamenti superiori ai 100 metri quadri, l’affitto si rivela conveniente solo a Torino.
Forse la corsa alla casa in proprieta’ era plausibile nell’immediato dopoguerra e fino agli anni del boom economico, quando le condizioni del mercato del lavoro erano completamente diverse. Ma ora, con la crescita del lavoro ‘atipico’ e la tendenza alla mobilita’ territoriale e’ forse meglio puntare su una seria politica dell’affitto.
La carenza di alloggi per le famiglie con medio e basso reddito rimane un problema irrisolto in Italia.


Rispetto al 1974, la percentuale di famiglie italiane proprietarie e’ salita di venti punti, raggiungendo il 71,4%.
La percentuale di famiglie proprietarie di casa in Italia e’ decisamente piu’ alta della media europea (62%), inferiore solo a Grecia e Spagna (rispettivamente 74% e 82%), ma nettamente superiore a Paesi come Francia, Olanda, Danimarca (55%) e Germania (43%).

Attualmente il rapporto tra affitto e rata del mutuo e’ destinato a mutare ulteriormente a scapito della proprieta’, per l’imminente innalzamento dei tassi di interesse annunciato dalla Banca Centrale Europea a partire dal prossimo primo dicembre.