Il maltempo e il Natale diventano una ‘miscela esplosiva’ per i prezzi di frutta e verdure. E così si registrano, in appena due mesi (da ottobre a dicembre), incrementi che vanno dal 10 e addirittura al 40 per cento.

Rialzi del tutto ingiustificati e ‘gonfianti’ da pure manovre speculative che continuano ad imperversare sui mercati, mentre sui campi le quotazioni restano stagnanti e per alcuni prodotti, come ad esempio le clementine, subiscono anche ribassi consistenti.

A denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori la quale evidenzia che gli incrementi più consistenti si sono avuti negli ultimi sette giorni e che le previsioni per le prossime festività non promettono nulla di buono: sono in agguato ulteriori lievitazioni.

Sono rincari -avverte la Cia- che non hanno alcun fondamento. Hanno invece come unico effetto quello di allontanare dalle tavole degli italiani ancora di più frutta e verdure, i cui consumi, in due mesi, sono scesi, rispettivamente, del 12 e del 18 per cento. Un dato allarmante che mette in mostra una situazione sempre più grave che vede penalizzati sia gli agricoltori, che vendono a prezzi stracciati e quindi subiscono un taglio di reddito, sia i consumatori che sono alle prese con listini da capogiro e sono costretti necessariamente a ridurre gli acquisti.

Le impennate maggiori -rileva la Cia- si sono avute per gli ortaggi, mentre per la frutta gli aumenti sono stati più contenuti. Abbiamo rialzi del 42,9 per cento per i carciofi, del 27,3 per cento per i cavolfiori, del 18,8 per la lattuga, del 16,7 per gli spinaci, del 19,2 per le zucchine, dell’11,1 per le carote, del 16,0 per i mandarini, del 15,4 per le arance, del 13,0 per le clementine, del 14,3 per le pere, dell’11,1 per le mele, del 10,5 per i kiwi. Prodotti per i quali gli agricoltori percepiscono gli stessi prezzi dell’anno scorso, se non addirittura minori.
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E’ vero -rimarca la Cia- che il maltempo dei giorni scorsi ha provocato danni rilevanti alle campagne, però è altrettanto vero che questi non si sono tradotti in rincari generalizzati alla produzione. Molti prodotti, infatti, erano già stati raccolti e altri erano coltivati in serre. D’altra parte, le intemperie hanno causato soprattutto smottamenti dei terreni agricoli appena seminati a cereali e danneggiamenti alle strutture aziendali. Oltretutto, anche gli ortaggi distrutti dagli allagamenti non potevano assolutamente generare rincari del genere. Quindi, solo ed unicamente speculazioni che nel periodo natalizio prendono maggior forza e spinta.

Per tale ragione la Cia chiede che si faccia un po’ di chiarezza sul fronte dei prezzi dell’ortofrutta. Anche l’indagine promossa dell’Antitrust deve giungere al più presto ad una conclusione, proprio per far capire tutte le motivazioni che determinano i rincari di frutta e verdura, dando così anche massima trasparenza ai troppi passaggi, anche sette, dai campi alla tavola.