Feste in casa per la maggior parte degli italiani, mentre soltanto il 13% trascorrerà qualche giorno in vacanza. Sei milioni 240 mila persone si sposteranno durante le prossime feste spendendo 3,9 miliardi di euro: due su cento si muoveranno per Natale, il 9% brinderà al nuovo anno in vacanza ed un altro 3%, partirà in periodi diversi tra il 22 dicembre ed il 6 gennaio: il restante 87% degli italiani non si muoverà dalla propria città.

E’ questo, in sintesi, il quadro tracciato dall’indagine Confesercenti-Swg sulle scelte in fatto di vacanze durante le prossime feste.



Gli italiani continuano a tirare la cinghia, risparmiano quasi su tutto, a cominciare dalle spese per se stessi, ma aumenta (+4%) rispetto allo scorso anno il numero di coloro che hanno deciso di dedicare un pezzetto di tredicesima in più ai viaggi.



Per chi partirà, la vacanza durerà in media dai tre ai sette giorni, soggiornando per lo più in albergo o pensione (29%) o casa di proprietà (21%), mentre diminuisce il ricorso alla casa in affitto (16% degli intervistati), o all’ospitalità di parenti e amici (17%).



Le modalità maggiormente impiegate per l’organizzazione della vacanza mostrano una tendenza alla ricerca di soluzioni il più possibile economiche e tranquillizzanti: aumenta dunque il ricorso al “fai da te” (48% contro il 41% dello scorso anno), senza però rinunciare alla prenotazione, e l’utilizzo di agenzie e tour operator (+4%) per garantirsi vacanze sicure, mentre diminuiscono (-6%) gli amanti dell’avventura, senza alcuna prenotazione o pianificazione e gli irriducibili del last minute (-7%)



La preoccupazione legata al terrorismo, ai cataclismi, all’influenza aviaria ed il bisogno di serenità hanno influenzato anche la scelta delle mete per le vacanze: quest’anno vincono decisamente l’Italia, con il 71% delle preferenze, e l’Europa, con il 23%, mentre si riducono fortemente i viaggi oltreoceano (2% per l’America del nord e 2% per l’America del sud).
All’interno dei confini nazionali si muoveranno la gran parte dei vacanzieri (quattro milioni 368 mila) e del giro d’affari (2,7 miliardi di euro), per una spesa media pro-capite di 620 euro.
Chi invece resta, se la prende soprattutto con i prezzi troppo alti (36%) dicendo di preferire altri periodi dell’anno (22%), con la mancanza di ferie (11%) o con l’età e gli “acciacchi” (11%).