Nonostante il maltempo che ha fatto calare la produzione nazionale del 10 per cento, la mimosa con quindici milioni di ramoscelli donati, stravince ed è immancabile tra i regali dell’8 marzo per la Festa della donna.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la spesa stimata di 45 milioni di euro per offrire il tradizionale fiore a mogli, fidanzate, sorelle, figlie, colleghe ed amiche, ha anche un importante valore ambientale perché sostiene una coltivazione realizzata sopratutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul tirreno, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono.

Il prezzo pagato all’imprenditore agricolo nelle zone di produzione – continua la Coldiretti – si aggira sui 6-7 euro al chilo, un valore che si moltiplica più volte al consumo dove viene venduto a costi che variano a seconda del tipo di confezione e del luogo: dal rametto di 2-3 euro al mazzo di 15 euro. Una spesa che può essere ottimizzata se si seguono alcune semplici regole di conservazione per evitare il disseccamento veloce.

Si consiglia – sottolinea la Coldiretti – di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in piena luce e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.