Segnale positivo del Prosciutto di Modena DOP (Denominazione di Origine Protetta) che chiude il 2005 con oltre 155.000 cosce di Prosciutto prodotte per un valore di circa 12 milioni di Euro.


“La commercializzazione del Prosciutto di Modena è principalmente su territorio nazionale, che copre circa il 95% della produzione totale” – ha affermato Benito Vitali – Presidente del Consorzio del Prosciutto di Modena”.

La produzione del 2005 è sostanzialmente stabile con quella del 2004. “La nostra politica, ha continuato Vitali, è quella di rimanere un prodotto di nicchia. Produrre di più potrebbe essere uno svantaggio per la qualità dei nostri prosciutti. A questo riguardo stiamo meditando delle modifiche al Disciplinare di produzione così da migliorare ancora di più la nostra ricetta”.

Le origini del Prosciutto di Modena affondano in tempi antichissimi, probabilmente addirittura all’età del bronzo, i primi documenti risalgono all’epoca dei Celti, che introdussero la pratica di conservare le carni col sale, e dei Romani che allietavano i loro banchetti con porchette, prosciutti e salsicce; i soldati romani partivano per le lunghissime campagne con rilevanti quantità di carne suina salata e prosciutti che provenivano dalla florida pianura del Po.

Venendo ad epoche più recenti si può trovare conservato tra le carte della Camera ducale estense un lungo elenco di rifornimenti della cucina del cardinale Rinaldo (1670) in cui compare la distinzione tra “prosciutto di montagna” e “prosciutto nostrano”.

La denominazione di origine “Prosciutto di Modena” è giuridicamente protetta a livello nazionale dalla Legge n.11 del 12 gennaio 1990: “Tutela della denominazione d’origine del prosciutto di Modena, delimitazione della zona di produzione e caratteristiche del prodotto” e dal Reg. Cee 1107/96.