Seduta quasi interamente dedicata alla presentazione del Piano strutturale comunale, quella del consiglio comunale di ieri sera, 30 maggio.


Nella prima parte sono stati sottoposti al consiglio alcuni punti tecnici: prelievo di 107mila euro dal fondo di riserva per pagamenti Iva e per i finanziamenti alla manifestazione del Sessantesimo anniversario del consiglio comunale; modifica al regolamento per applicazione del canone sull’occupazione di spazi pubblici (approvata con i soli voti contrari dei consiglieri Cardone, Menani e Santomauro); modifica al regolamento sulla riservatezza dei dati personali; modifica al regolamento per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari (entrambi approvati all’unanimità. Quinto punto, una variante al Piano regolatore per costruzione di una cabina elettrica al servizio di un’azienda (approvato all’unanimità).



Tutto il resto della seduta è stato dedicato alla presentazione al consiglio del Piano Strutturale Comunale, il documento di programmazione urbanistica che disegna la Sassuolo del futuro.

Nel presentare la relazione il Sindaco Pattuzzi ha ricordato lo sviluppo del Piano, “che ci ha impegnato due anni, ma che avevamo già ricevuto in stato avanzato dall’amministrazione precedente, anche se decise di non votarlo prima delle scorse elezioni. Il Psc fa riferimento alla legge subentrata nel 2000 che ha modificato il vecchio concetto di Piano regolatore. Nella nuova veste rende più protagonista il cittadino e il consiglio comunale: se il Prg definiva puntualmente le aree del territorio e la loro destinazione, il Psc è un piano strategico, che prefigura scenari e compatibilità.
Questo strumento e il regolamento urbanistico edilizio che ne fissa le norme che lo rendono applicabile, sono tradotti i pratica dai Piani operativi comunali, che definiscono puntualmente cosa realizzare e dove nelle aree indicate dal Psc. Nel definire questo piano siamo partiti da una generale esigenza di miglioramento nella qualità della vita, in tutti gli ambiti: dalla quantità edilizia si passa alla qualità, si prevedono solo aree di riqualificazione dell’esistente, si definiscono criteri qualitativi anche dal punto di vista ecologico ed energetico. Uno sviluppo più qualificato che però fa attenzione a non tralasciare nessuno, a dare a tutte le categorie la possibilità di arrivare a disporre di un alloggio.
Questo piano – ha concluso Pattuzzi – è aperto modifiche e richieste di miglioramento costruttive. Certamente non è disponibile per richieste di stravolgimento nei suoi concetti base, che sono quelli da noi definiti per la città”.


Il vicesindaco e assessore all’urbanistca Giancarlo Diamanti non si è sottratto alla critica principale, quella del lungo tempo impiegato per l’elaborazione del Psc: “Va detto che la Conferenza di pianificazione, l’incontro di tutti i soggetti ed enti ad ogni titolo coinvolti e interessati al Psc si è aperta nel 2002, e che da quel momento di confronto in avanti è cominciato il lavoro dei professionisti e tecnici che ci hanno affiancato nell’elaborazione del Piano. Questo per sottolineare la celerità di chi ci ha lavorato dal punto di vista concreto. Mentre per quanto riguarda l’aspetto politico è vero che nel 2004 decidemmo di non approvare il piano prima delle elezioni amministrative per sottoporlo alla giunta che sarebbe subentrata. C’è voluto altro tempo ma non ritengo che sia stato tempo sprecato. Adesso siamo all’adozione, poi seguirà l’approvazione e nell’intervallo fra i due atti ci sarà il tempo di sottoporre il documento ai cittadini di quartieri e frazioni maggiormente coinvolti”.


“Ritengo il Psc – ha aggiunto Diamanti – un lavoro di eccezionale importanza, molto complesso perché cerca di conciliare la visione della città di tante categorie che ovviamente la interpretano in modo diverso. Cerca di far fronte anche ad evoluzioni di cui non possiamo essere del tutto padroni, per esempio per quanto riguarda la produzione locale, che ci chiama nel prossimo futuro a un ulteriore impegno e scommessa sulla tenuta di questo distretto industriale.

Nel piano c’è molta eccezionalità: c’è grande attenzione all’ambiente, con incremento del verde pubblico, con incentivi e disincentivi dedicati all’uso di energie alternative; c’è il ricorso a ogni forma di agevolazione e incontro del mercato edilizio con ogni categoria di cittadini. Si va dalle aree Peep a nuove forme di convenzione messe a disposizione dalla legge. C’è attenzione al capitolo infrastrutture, in particolare alla bretella autostradale, che appena definito il tracciato è stata inserita da me personalmente nel Psc, ma anche all’indispensabile raddoppio della Pedemontana senza il quale la bretella risulterà non risolutiva ma problematica”.


Degli aspetti tecnici si è incaricato l’ingegner Farina, che ha lavorato in prima persona in questi anni alla definizione del Psc: “Si tratta di una riforma prima di tutto concettuale e come tale inizialmente difficile da comprendere. Definisce puntualmente in diversi capitoli tutti gli aspetti che riguardano lo sviluppo cittadino. A livello generale facciamo riferimento a un concetto di sviluppo senza dilatazione. Il processo di urbanizzazione di questo territorio va considerato esaurito, si può pensare solo alla riqualificazione e conversione di aree già impegnate in un territorio davvero saturo.


– Il capitolo ambientale taglia trasversalmente le schede dedicate a tutti gli aspetti del Piano, anche se ci sono ampie aree del territorio che più direttamente sono interessate da tutele paesaggistiche e ambientali, fino alla definizione di veri e propri corridoi ecologici intoccabili, sia per consentire ancora dove possibile il passaggio delle specie animali e lo sviluppo del patrimonio di flora locale, sia a costituire una nervatura di zone conservate del territorio.


– Nella riqualificazione del sistema urbano, il centro storico è stato mantenuto sostanzialmente nei vincoli già esistenti nel piano regolatore vigente, anche se di importanza generale e sottolineata sono alcuni aspetti, quali la realizzazione di percorsi ciclabili e l’attenzione alle politiche del commercio per esempio. Viene garantita più flessibilità sull’uso degli edifici, nel rispetto delle regole esistenti.


– Il sistema della mobilità individua alcuni tracciati fondamentali, tracciando una rete indicativa che poi dovrà essere sviluppata dai Poc (Piani operativi comunali) che dovranno entrare direttamente nel merito di realizzazioni, risorse ed eventuali vincoli di esproprio. Strade a parte il Psc insiste con molta decisione sulla necessità, condivisa con Fiorano, di una forte linea di trasporto pubblico innovativo, specie sulla direttrice principale e storica fra Sassuolo e Fiorano.


– Gli ambiti di riqualificazione urbana individuati sono di tre tipi: ambiti di riqualificazione diffusa, zone di territorio cioè che necessitano di progetti complessivi di riqualificazione da definire puntualmente con i Poc. Principalmente sono le zone di Braida, Quattro Ponti, Borgo Venezia, Radici in Piano ferrovia e via Peschiera. Altro ambito è quello di riqualificazione urbana, trasformazione profonda di specifiche aree riutilizzabili con nuove destinazioni d’uso (es. zona Ragno). Terzo ambito è quello di riqualificazione ambientale, per aree che necessitano di un riequilibrio del loro assetto rispetto a questo tipo di condizioni. Aree come Montegibbio, Vallurbana, via Emilia Romagna Casiglie.


– Il sistema produttivo: non si prevedono nuovi insediamenti importanti ma esiste comunque la necessità di mettere a disposizione aree per sviluppo e miglioramento funzionale delle aziende. Sono previste varie potenzialità e possibilità di integrazione degli insediamenti esistenti. Sono da soddisfare sia esigenze di integrazione che di rilocalizzazione. Sono previsti incentivi per eventuali dismissioni in zone considerate incompatibili. Un lavoro importante è stato svolto anche sul commercio, sull’individuazione delle zone e delle loro necessità di offerta.


– La dimensione abitativa: il Piano si è basato su due proiezioni demografiche, una dedicata ai flussi migratori e l’altra alla variazione naturale. Ne risulta che nei prossimi 15 anni la popolazione dovrebbe mantenersi più o meno stabile (41.450). Cambiano le classi di età anche se l’invecchiamento medio è al di sotto dei valori provinciali. Stabilità della popolazione non significa però stabilità della domanda abitativa, perché aumenta il numero delle famiglie, riducendosi la loro composizione media. Si prevedono nuove famiglie per 1.463 nuclei e quindi una domanda abitativa primaria alla quale se ne affianca anche una secondaria dovuta alla necessità di miglioramento abitativo delle famiglie. La necessità di nuovi alloggi fino al 2020 è stata calcolata in 2.200 nuove abitazioni. Il Psc, va ricordato, non precostituisce la possibilità di richieste edificatorie in tempi e quantità prefissate. Dà invece facoltà all’amministrazione di disporre gli opportuni interventi su tempi medio lunghi e secondo le necessità rilevate. Liberalizza tempi e modi e li sottopone al giudizio dell’amministrazione.

– Altri ambiti importanti nel Piano: uno studio approfondito dell’edilizia scolastica, delle potenzialità attuali e delle necessità nei singoli bacini di utenza della città; un piano sovracomunale per la logistica delle merci, la definizione di un polmone sportivo e ricreativo non solo a servizio di Sassuolo ma anche delle zone limitrofe in Ca’ Marta.