L’Istituto nazionale di statistica ha comunicato i dati relativi alla popolazione residente in Italia risultanti dalle registrazioni anagrafiche degli individui negli 8.101 comuni al 31 dicembre 2005. Tali dati sono calcolati a partire dalla popolazione legale risultante dal 14° Censimento generale della popolazione del 21 ottobre 2001.

Il calcolo è effettuato sulla base dei dati relativi al movimento naturale (iscrizioni per nascita e cancellazioni per morte) e migratorio (iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza) verificatosi nei comuni dal 22 ottobre 2001 al 31 dicembre 2005.



Al 31 dicembre 2005 la popolazione complessiva risulta pari a 58.751.711 unità, mentre alla stessa data del 2004 ammontava a 58.462.375 residenti.
Nel 2005 si è registrato un incremento della popolazione residente di 289.336, pari allo 0,5 per cento, dovuto quasi esclusivamente alle migrazioni dall’estero. Complessivamente, infatti, la variazione di popolazione è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo negativo del movimento naturale pari a -13.282 unità, il saldo positivo del movimento migratorio con l’estero pari a +260.644, un incremento dovuto alle rettifiche post-censuarie ed al saldo interno pari +41.974.


Nel corso del 2005 sono state
iscritte in Italia, provenienti dall’ estero, 325.673 persone, mentre ammontano a 65.029 le cancellazioni di persone residenti in Italia trasferitesi all’estero. La somma dei tassi migratori interno ed estero indica nell’Emilia Romagna (11,2 per mille) la regione piu’ attrattiva, seguita dall’Umbria (10,2 per mille) e dalla Valle d Aosta (9,7 per mille).

Secondo le stime riferite al 2005, nel Belpaese nascono in media 1,32 figli per ogni donna in eta’ feconda: un livello in linea con la tendenza alla ripresa della fecondita’ avviatasi nella seconda meta’ degli anni ’90, dopo che per 30 anni la fecondita’ italiana era andata continuamente calando (minimo di 1,19 figli per donna nel ’95).
L’aumento del numero medio di figli per donna e’ tutto concentrato al Nord e al Centro (+26 e +19% tra il ’95 e il 2005) mentre nel Sud la fecondita’ continua a diminuire. Le opposte tendenze determinano tuttavia un avvicinamento dei livelli di fecondita’ intorno al dato medio nazionale e la progressiva omogeneizzazione dei comportamenti riproduttivi fa si’ che ai primi posti nella classifica delle regioni piu’ prolifiche si trovino nel 2005 sia regioni storicamente ‘fertili’ come il Trentino (1,48 figli per donna), la Campania (1,43) o la Sicilia (1,41) sia regioni che 10 anni fa avevano raggiunto un livello di fecondita’ estremamente basso come Lombardia (1,35) ed Emilia (1,34).