E’ qualcosa di più di un’iniezione di fiducia quello che emerge dalla rilevazione dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre 2006 effettuata dall’Istituto di Ricerche Freni di Firenze per conto di CNA Emilia Romagna su un campione di 175 piccole e medie imprese eccellenti associate ed i cui risultati sono stati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa dal presidente Quinto Galassi e dal segretario Gabriele Morelli.


La buona notizia, infatti, è che la situazione di stallo fatta di lievi, impercettibili incrementi subito seguiti da repentine contrazioni della domanda, appare ormai superata e i dati sembrano indicare che stazionarietà e incertezza sono ormai alle spalle. I risultati dell’indagine evidenziano come nel corso della primavera il trend di inizio anno si sia consolidato. Tutti gli indicatori economici che da tempo segnavano rosso, sono tornati nell’area verde dello sviluppo. A fine giugno: attività, ordini, fatturato e occupazione, risultano in crescita e le attese degli imprenditori per i prossimi mesi sono tutte di segno positivo. Nel corso della primavera, dunque, si conferma una ripresa ad ampio raggio che include tutti i settori, compreso pur se in misura più ridotta, quello delle costruzioni nel quale fino a marzo perduravano pesanti difficoltà. L’incremento che nei primi tre mesi dell’anno era stato sostenuto soprattutto dall’espansione delle esportazioni, si è consolidato e finalmente la domanda nazionale ha ripreso slancio, registrando da aprile a giugno, una crescita superiore alla domanda proveniente dall’estero. Tra le pmi dell’Emilia Romagna cresce la fiducia: le previsioni sono improntate all’ottimismo e le attese sono tutte di segno positivo: per l’evoluzione dell’economia italiana; per quella regionale; per l’andamento del proprio settore e soprattutto per le performance della propria azienda. Pur permanendo fattori di difficoltà ormai strutturali (costo del lavoro e costo delle materie prime) si va diffondendo tra le imprese un clima cautamente euforico.



Il volto della Congiuntura


Il motore si è riavviato ed il consuntivo dell’attività è in attivo. Il 18,5% delle imprese intervistate ha dichiarato un deciso aumento della produzione ed il 34,5% un lieve aumento; situazione stazionaria per il 31,1%, mentre il 12,6% dichiara un lieve rallentamento ed un 3,4% un rallentamento maggiore. Con riguardo alla variabile attività in rapporto ai settori i risultati migliori spettano ai servizi (il 19% segnala un deciso aumento ed un 46% un lieve aumento) seguiti dal manifatturiero (attività in crescita per il 50% delle imprese); interessante anche l’andamento del settore costruzioni che evidenzia segnali importanti di recupero (il 39% delle imprese dichiara un incremento), forse significativi di un’inversione di tendenza.


Sul fronte dell’analisi attività/territorio, l’andamento delle imprese dell’area Romagna (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e Ferrara) risulta migliore rispetto a quello conseguito dalle imprese dell’area Emilia (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza), pur registrandosi in entrambe le zone, andamenti molto positivi. Se le imprese di Rimini e Ravenna segnalano un incremento complessivo del 67%, le imprese di Ferrara il 58,8% e quelle di Forlì-Cesena il 42,1%; le imprese parmensi evidenziano una crescita del 62%, quelle bolognesi del 59%, le imprese modenesi del 50,1% e quelle piacentine del 42,9%; in forte recupero rispetto al trimestre precedente anche le imprese reggiane che hanno dichiarato un incremento del 40%.


Un miglioramento significativo si registra anche per gli ordinativi: hanno raggiunto il livello più elevato degli ultimi tre anni per quasi 6 aziende su 10. Un deciso aumento viene segnalato dal 21% degli intervistati, ed un aumento più lieve dal 48%. Le performance maggiori in termini di ordini si registrano tra le imprese dell’area Romagna (oltre il 70% dichiarano di aver registrato una crescita più o meno marcata delle commesse) e tra le aziende impegnate sui mercati internazionali (82%). E questo buon andamento pare proprio che proseguirà, visto che nelle previsioni degli intervistati il trend di crescita è destinato a consolidarsi. Le aspettative degli imprenditori eccellenti della CNA in materia di ordinativi sono, infatti, di segno ampiamente positivo; le attese di crescita risultano diffuse (quasi 1 imprenditore su 2), pochi gli imprenditori che si attendono una flessione. Il clima sembrerebbe quasi di euforia tra gli imprenditori che esportano; il gruppo dei pessimisti pesa solo il 10%. Cresce la fiducia sia nel comparto servizi (quasi il 50% si esprime per un ulteriore miglioramento) sia in quello manifatturiero (39%) che nelle costruzioni, anche se qui con toni di maggior prudenza (il 32%, rispetto ad un 68% che dichiara di attendersi un andamento stazionario).


L’export continua a tirare e le imprese stanno acquisendo quote importanti sia sui mercati asiatici (Cina, Giappone e Corea del Sud) che su quelli dell’Est europeo ed americani.

Con riguardo comunque al rapporto di composizione interno/estero della domanda, il mercato finale nazionale, non solo continua a confermarsi la componente più importante, ma accentua anche, seppur moderatamente, la sua incidenza rispetto al trimestre precedente (dall’89% al 90,5%). L’aumento del peso del fatturato conseguito sul mercato nazionale, rappresenta la conseguenza più evidente della ripresa della domanda interna, che coinvolge tutte le imprese, esportatrici e non.

I motivi del clima indubbiamente più sereno che si respira tra i piccoli imprenditori deriva anche da un certo recupero dei costi di materie prime materie ed energia attraverso un riallineamento dei listini dei prezzi di vendita. Il recupero è stato possibile soprattutto nel settore costruzioni e tra le aziende esportatrici.


L’aumento di commesse e produzione si è riflesso positivamente anche sul livello dell’occupazione. Il secondo trimestre dell’anno ha visto un aumento degli addetti pari all’1% ed un incremento del numero dei dipendenti dell’1,3%. La tendenza al rialzo si era già manifestata nei primi tre mesi dell’anno, ed aveva consentito di recuperare le posizioni perdute. Ora il trend prosegue e le nuove assunzioni vanno ad incrementare il dato numerico degli occupati. Positive anche le indicazioni per i prossimi mesi: il 53% degli imprenditori prevede una crescita dell’occupazione.


Un altro segnale di ripresa della domanda interna e dell’occupazione lo si evince anche dalla segnalazione di un numero consistente di imprese della difficoltà a reperire manodopera, sia specializzata che non; problema questo meno evidente nei mesi scorsi e che ora torna di attualità in presenza di un forte aumento di ordini e commesse. Tra i fattori di criticità, quelli che sollevano le maggiori preoccupazioni tra gli imprenditori continuano ad essere l’elevata incidenza del costo del lavoro (segnalato come predominante dal 60% degli intervistati) e l’inasprirsi dei prezzi delle materie prime, la cui impennata costante dura ormai da un anno. Ne risentono in particolare le imprese di costruzione e dell’autotrasporto. Non a caso la CNA proprio nei giorni scorsi ha chiesto al Governo di prevedere nell’ambito della riduzione del cuneo fiscale, un intervento di “sterilizzazione” dell’Irap, riconoscendo la deducibilità della componente del costo del lavoro dalla base imponibile dell’imposta, operazione che da sola ridurrebbe il cuneo di 4 punti. Per far ripartire in maniera stabile i consumi e la macchina dell’economia occorre, infatti, agire sull’elemento competitività.


“L’andamento della congiuntura ha segnato in questo trimestre novità sostanziali – commenta il segretario regionale CNA Gabriele Morelli – e va preso atto del concretizzarsi delle attese degli imprenditori per una ripresa della domanda interna; non solo non si parla più di contrazione, ma i segnali di espansione dell’attività rilevati dalla nostra indagine non vengono più soltanto dalle imprese esportatrici, ma finalmente anche da quelle impegnate sul solo mercato nazionale, fino a ieri le più penalizzate. La rilevazione sul secondo trimestre fotografa dunque, una situazione complessiva che sta evolvendo positivamente e se è sicuramente troppo presto per parlare di una definitiva inversione di tendenza, è importante constatare che le nostre imprese ritengono chiusa la fase di stagnazione e soprattutto si preparano ad affrontare mercati e competitori con una rinnovata fiducia. Ora tocca alla politica confermare queste aspettative con misure che incentivando il risparmio, aiutino i consumi; sostengano il made in Italy e intervengano a ridurre quegli oneri improduttivi che appesantiscono i costi delle imprese, a partire proprio dall’incidenza contributiva sul lavoro”.