Mezzo punto in più della media nazionale, la più alta in Emilia-Romagna e, insieme a Torino, la più elevata del Nord Italia. L’inflazione a Modena continua a crescere inesorabilmente ponendo la nostra città ai primissimi posti nella classifica nazionale del carovita. Lo segnala la Cisl, che ha analizzato i dati forniti dall’Ufficio Statistica del Comune di Modena.


“Un tasso tendenziale annuo del + 2,7 per cento può sembrare basso, in realtà conferma il trend degli ultimi anni che vede Modena ai primi posti nella crescita dei tassi inflattivi – afferma Domenico Pacchioni, responsabile delle politiche fiscali, tariffarie e dei prezzi per la segreteria provinciale della Cisl – Anche il confronto con le altre città relativo ai mesi di giugno, luglio e agosto è impietoso: rispetto a Modena l’inflazione cresce meno ovunque, da Bologna a Cremona, da Milano a Udine. Siamo la città più cara dell’Emilia-Romagna e, insieme a Torino, di tutto il Nord Italia. Un primato di cui faremmo volentieri a meno e che comunque deve far riflettere e agire”.

Pacchioni sottolinea con preoccupazione che per alcune voci, come abitazione, acqua, energia e combustibile, gli aumenti registrati a Modena sono i più elevati in assoluto e rischiano di ripercuotersi sui prezzi di prodotti e servizi, causando un ulteriore aumento del tasso d’inflazione. La stessa trasformazione da tassa e tariffa per la raccolta rifiuti, di cui tanto si parla in questi giorni, può contribuire a rincari generalizzati.
“Hera macina utili, e questo è un bene, ma dove vanno a finire queste risorse? – si domanda il segretario Cisl – Credo che il Comune di Modena, nella sua qualità di socio pubblico di riferimento, abbia il dovere di stabilire politiche tariffarie più contenute. Se il governo ipotizza una Finanziaria meno pesante grazie all’inatteso aumento delle entrate fiscali, perché gli enti locali non ridistribuiscono ai cittadini una parte dei ricavi delle multiutilies?”.
Pacchioni riconosce, comunque, come positivo il fatto che sia ripartito in questi mesi il tavolo tecnico del Comune di Modena sul costo della vita, a cui partecipano istituzioni e parti sociali.
“Va bene il monitoraggio sulla spesa delle famiglie modenesi, ma – conclude l’esponente Cisl – presto dovremo decidere cosa fare per contenere gli aumenti che hanno cause sia nazionali che locali». Su questo tema interviene anche l’Adiconsum, l’associazione consumatori della Cisl, preoccupata per i forti aumenti su base annua di energia elettrica (+ 17 per cento), gas (+ 13,7) e combustibili liquidi (+ 10,4 per cento). «Il governo si muova – esorta il responsabile modenese di Adiconsum Angelo Ferrari Valeriani – Questi rincari si fronteggiano con una politica efficace di liberalizzazioni e concorrenza, oltre che una riduzione della parte di tassazione contenuta nelle bollette alle famiglie”.

A Modena c’è una sensibile ripresa dell’inflazione. È quanto emerge dai dati che l’Ufficio Statistica del comune ha presentato questa mattina, 30 agosto, al Comitato prezzi, organo consultivo di cui fanno parte anche le associazioni imprenditoriali. Il tasso tendenziale annuo si attesta infatti al 2,7%, facendo registrare un + 0,1% rispetto al mese di luglio, ed un +1,1% rispetto all’agosto 2005. Si tratta apparentemente di pochi decimali, che però preoccupano Confesercenti rispetto al futuro prossimo. Da un lato emergono i dati assoluti appena citati, che inequivocabilmente evidenziano che i prezzi sono in aumento; dall’altro c’è il dato relativo alle voci che maggiormente incidono sugli incrementi.

Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, settori per i quali l’aumento è stato più sensibile con un balzo, dato medio, del + 6,5%, con punte del +17% per quanto attiene l’energia elettrica, +9,8% per il gas per cottura cibi, +13,7% per gas,+10,4% per combustibili liquidi, + 5,8% acqua potabile, +2,2% affitti reali, +2,9% servizi di riparazione e manutenzione casa,+ 3,7% spese condominiali. Unica voce in controtendenza è la tassa rifiuti che diminuisce del 6,9%. Si tratta di aumenti che intervengono per, così dire a monte, e che quindi rischiano di ripercuotersi, a cascata, su tutta la filiera che porta alla determinazione dei prezzo finale di vendita. Basti pensare all’incidenza che hanno dei combustibili su costi di trasporto merci. Questa situazione appesantisce i costi che pesano sulle imprese, soprattutto sulle piccole e medie imprese, e può innescane meccanismi che determinano rialzi su prezzi al consumo.

Oltre a segnalare la propria preoccupazione per i dati del mese di agosto, Confesercenti sottolinea che non possiamo accontentarci di prendere atto, in modo notarile di questa tendenza. Il tema infatti ha anche una forte valenza politica e va affrontato con determinazione per le ripercussioni che l’inflazione provoca sul potere d’acquisto delle famiglie e sulle imprese. Siamo consapevoli che uno dei nodi più complessi riguarda i costi energetici e delle materie prime, fattori che spesso risentono di un andamento dei mercati internazionali sui quali è assai complicato incidere; ma vi è anche una politica nazionale energetica che va profondamente rivista, così come l’intero comparto del trasporto merci e della logistica.

A livello locale auspichiamo da un lato che i processi di razionalizzazione legati alle Multiutility portino ad un ulteriore miglioramento dei servizi nel settore energetico e, attraverso una ottimizzazione delle risorse, anche ad una maggiore competitività dei costi. Dall’altro apprezzeremmo un ulteriore sforzo per valorizzare il lavoro svolto dall’Ufficio Statistica del Comune di Modena e dal Comitato Prezzi, ad esempio andando al di là di una mera rilevazione numerica per cercare di ricostruire una dinamica dei prezzi corretta che si sforzi di individuare le cause scatenanti, in una logica di trasparenza e, ove possibile, con la volontà di introdurre interventi correttivi.
(Confesercenti, Area di Modena)