Arriva il vino novello che va consumato entro i prossimi sei mesi, termine consigliato perche’ mantenga inalterate le proprie caratteristiche. Secondo Coldiretti quest’anno la produzione sara’ di 18 milioni di bottiglie di novello.

La quantita’ prodotta – afferma Coldiretti – e’ rimasta praticamente stabile rispetto allo scorso anno con un fatturato stimato pari a 80 milioni di euro, mentre l’aumento dei prezzi e’ rimasto contenuto al di sotto del tasso di inflazione su valori compresi tra i tre e i sette euro a bottiglia, con una media di 4,5 euro.

Fino all’inizio della prossima estate saranno consumate in media almeno centomila bottiglie di vino novello Made in Italy al giorno, soprattutto da giovani e donne. Gli abbinamenti piu’ riusciti sono caldarroste e prodotti tipici del territorio come salumi, verdure in pinzimonio e formaggi piccanti a pasta molle.

Le bottiglie di novello Made in Italy arrivano sul mercato, secondo quanto previsto da un decreto ministeriale, con ben undici giorni di anticipo rispetto al concorrente beaujolais nouveau francese, che si potra’ assaggiare solo a partire dal terzo giovedi’ di novembre (il 16), quando e’ previsto il deblocage. A differenza di quanto accade per i cugini d’oltralpe, la produzione italiana e’ diffusa praticamente in tutte le regioni ed e’ caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l’utilizzazione di un ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldelgo, Ciliegiolo, Nero d’Avola, ecc.) anche se quelli piu’ utilizzati sono nell’ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.


Oltre un terzo del totale delle bottiglie di novello esce dalle cantine del Veneto (34%) che insieme alla Toscana (13%) copre quasi la meta’ della produzione nazionale, mentre a seguire si posizionano il Trentino (10%), l’Emilia Romagna (6%), il Friuli Venezia Giulia (6%), la Puglia (6%), la Sardegna (5%), Sicilia (4%), Lazio (4%), Umbria (3%), Piemonte (3%) e Marche (2%).

Il vino novello e’ nato negli anni ’50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che e’ stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed e’ profondamente diverso da quello tradizionale: le uve del novello, infatti, non vengono pigiate e successivamente fermentate come nel caso dei vini tradizionali, ma viene invece effettuata la fermentazione direttamente con gli acini interi in modo che solo una piccola parte degli zuccheri presenti si trasformi in alcool, conferendo al vino il caratteristico gusto amabile e fruttato.


Oltre la meta’ della produzione di vino novello e’ di origine cooperativa. E’ quanto rileva Fedagri riguardo alle stime di produzione del novello 2006 che si attesta sui 120 mila ettolitri.