Da venerdi 15 dicembre,saranno pagate le tredicesime, che ammontano quest’anno a 32,5 miliardi di euro (+ 0,9 miliardi rispetto al 2005), così ripartite: 9,8 miliardi ai pensionati; 8,10 miliardi ai lavoratori pubblici; 14,60 ai dipendenti privati (agricoltura,industria e terziario).

Ma dopo un anno durissimo di rincari ed aumenti che hanno falcidiato i redditi delle famiglie costrette ad indebitarsi per sopravvivere, con una perdita del potere di acquisto del 6 per cento e con rincari, negli ultimi 12 mesi, pari a 1.200 euro, resterà poco per festeggiare: sarà un Natale tra i più duri dopo il varo di una durissima legge finanziaria di 35 miliardi di euro,basata prevalentemente sulle tasse.

Tredicesima più che falcidiata quindi sotto l’albero di Natale, per far fronte ad aumenti infiniti iniziati a gennaio 2006 con le tariffe autostradali,luce, gas, benzina, ed a nuovi balzelli introdotti in finanziaria,quali: Ici, bolli auto e moto, ticket, addizionali Irpef ed altri rincari.
A fine anno, oltre alla busta paga più pesante, arrivano infatti anche le consuete scadenze fiscali, quali tasse, bolli,Ici, rate e canoni, che durante il mese di dicembre i contribuenti sono chiamati a versare.
Con il risultato di ridurre dell’83 per cento l’attesa gratifica natalizia. Nel rincorrersi dei pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre, dei 32,5 miliardi di euro di tredicesime pagate quest’anno a partire dal 15 dicembre, soltanto il 16,6 per cento resterà realmente nelle tasche di lavoratori e pensionati. Il 59% del totale (19,2 mld di euro) verrà infatti speso per pagare tasse, imposte, bolli, mutui e assicurazioni. Nel consueto appuntamento che fa i conti (da 15 anni) nelle tasche degli italiani, Adusbef prevede un Natale in chiaroscuro sul fronte dei consumi. A “bruciare” un’ ampia fetta delle tredicesime sarà l’Ici (imposta comunale sugli immobili): entro il 20 dicembre, saranno infatti versati in totale 5,6 mld di euro (il 17,2 % del monte totale).

La RC Auto, le cui solenni promesse riduzioni tariffarie dell’Ania, a fronte di una diminuzione dei sinistri del 16 per cento è rimasta lettera morta, mangerà 4,5 miliardi di euro,il 13,85 delle tredicesime, mentre 4,1 miliardi di euro, serviranno per pagare le rate dei mutui per la casa, (200 milioni in più rispetto al 2005) sui quali incombe,almeno per prestiti a tasso variabile,la tendenza rialzista BCE dei tassi anche nel 2007. Il salasso per le famiglie non è però ancora finito qui: 3,5 miliardi di euro se ne andranno per pagare le tasse di auto e moto il 10,77 %, mentre 1,5 miliardi (4,62%) spariranno per il canone Rai, la più odiosa ed iniqua tra le tasse pagata a malincuore dai cittadini, in cambio di un servizio pubblico radiotelevisivo a gestione “privatistica”, che preferisce inseguire il “trash” ed elargire “pacchi” milionari, piuttosto che programmare una Tv educativa,che metta in guardia, soprattutto i giovani,dalle scorciatoie del successo basato sul lavoro e sui sacrifici e non sulla ricerca dell’effimero.

La tredicesima per la maggior parte delle famiglie è già stata ipotecata non solo per pagare tasse, ratei e bollette delle utenze domestiche (Enel,Telecom,Gas,ecc.), ma un ulteriore 24,30 per cento, pari a 7,9 miliardi di euro, servirà per pagare i prestiti contratti con banche, finanziarie,parenti amici e/o conoscenti per sopravvivere,dato che stipendi,salari e pensioni non bastano più per far quadrare i bilanci famigliari: se con la lira si arrivava a fine mese,con l’euro (il cui pretesto ha portato aumenti selvaggi trasferendo 70 miliardi di euro,il 6% del Pil, dalle tasche dei consumatori a quelle di coloro che hanno avuto piena facoltà di stabilire prezzi e tariffe) oramai ci si ferma al 15 del mese, costringendo gli italiani ad una “vita a rate” !

Per scopi più piacevoli restano 5,4 miliardi di euro, meno del 17 per cento del monte tredicesime che potranno essere utilizzati per cenone,regali (spesso ai più piccoli),qualche viaggio (anche all’Estero spinti dalla forza dell’euro), qualcosa da mettere da parte per future esigenze: una miseria, che non servirà a rilanciare i consumi, né ad alleviare le preoccupazioni di famiglie sempre più impoverite da rincari selvaggi e da un incerto futuro. Adusbef non vede ottimismo nell’attuale congiuntura economica che, anzi, sconterà una crisi ancor più profonda dei consumi legata anche alle minori disponibilità finanziarie delle famiglie, costrette ad indebitarsi anche per acquistare i beni essenziali come il pane e la pasta,e ad acquistare i libri a rate, per mandare i figli a scuola.