Senza infamia e senza lode. Così potrebbero essere definiti i saldi, almeno stando alla rilevazione statistica commissionata da Cna.com, l’Associazione del commercio e turismo di CNA, tra un’ottantina di imprese intervistata dal 15 al 19 gennaio.

La media dei voti attribuiti dagli esercenti sulle vendite invernali di fine stagione si è infatti attestata sul 5,9, con un piccolissimo incremento rispetto alle valutazioni del 2005 e del 2006. Gli insoddisfatti risultano il 36%, mentre i soddisfatti – coloro che valutano almeno in modo sufficiente l’andamento delle vendite – si attestano al 64%.

Da rimarcare come il giudizio delle attività commerciali collocate nei centri commerciali – il 42,5% del campione – risultino tendenzialmente più soddisfatte. Nel caso di queste ultime, infatti, la valutazione media sale al 6,6, mentre gli esercenti che non hanno i propri negozi nei centri commerciali si fermano a 5,8.

Va sottolineato anche come si tratti di un giudizio sostanzialmente omogeneo tra le varie tipologie di vendita, che se nell’abbigliamento – dove probabilmente prevale più che in altri settori la logica della marca – esiste una maggior radicalizzazione tra i poco ed i molto soddisfatti.

Rispetto all’anno scorso il 40% degli intervistati ha percepito una diminuzione delle vendite in saldo, a fronte di oltre un 50% che valuta una stabilità o anche un aumento (la parte residuale non ha saputo definire l’andamento delle vendite). Anche in questo caso l’analisi mostra che i negozi collocati nei centri commerciali accreditano in misura maggiore un aumento delle vendite, mentre l’analisi settoriale evidenzia come nell’abbigliamento si accentui il peggioramento sui saldi di un anno fa.

Ancora, l’indagine ha permesso di rilevare che l’impressione degli esercenti è che la gente abbia speso complessivamente meno in occasione dei saldi di quest’anno rispetto al 2006. La pensa così il 49% degli intervistati, mentre il 26% ritiene che la spesa sia stata invariata e il 15% che sia invece diminuita.

Rispetto alle vendite di Natale, il 45% del copione dichiara un peggioramento – dato in crescita dal 2005 ad oggi – e specularmene diminuiscono coloro che individuano un miglioramento.

Infine l’indagine ha cercato di misurare il divario tra le attese e la realtà dell’andamento dei saldi. Una risicata maggioranza degli intervistati – il 42,5% – non ha evidenziato scarti determinanti tra l’andamento delle vendite in saldo e le proprie aspettative, mentre il 41% si dichiara deluso mentre per il 10%, al contrario, i saldi sono andati meglio delle attese. Anche in questo caso i negozi dei centri commerciali e quelli dei settori extra abbigliamento esprimono una valutazione più positiva.

“Crediamo – commenta Umberto Venturi, presidente di Cna.com – che l’andamento piuttosto mediocre dei saldi, che segue quello del tutto negativo relativo alle vendite natalizie riproponga due temi. Innanzitutto quello della tutela degli esercizi che non sono localizzati nei centri commerciali – e non pensiamo soltanto i negozi dei centri storici, ma anche quelli dei centri di vicinato – Poi al problema di una più rigida regolamentazione delle vendite promozionali, una politica che quando viene praticata a dicembre va a penalizzare sia le vendite natalizie che i saldi stessi”.