In occasione della Pasqua e del Lunedì di Pasqua i Musei Civici rimarranno aperti, come consuetudine, seguendo il normale orario di apertura festivo.
Durante il fine settimana pasquale, i Musei proporranno alcuni appuntamenti per far conoscere ai visitatori e ai turisti i capolavori
custoditi all’interno delle proprie sale. Si ricorda che l’ingresso è gratuito.

Museo Civico Archeologico. Tel. 051 2757211, domenica 8 aprile: ore 10 – 18.30, lunedì 9 aprile: ore 10 – 18.30. Domenica 8 aprile, ore 11: “A tavola con i Romani”: visita guidata a cura di Anna Gamberini.
Ore 16: “Il viaggio nell’aldilà e Caronte: religione dei morti e rituale funerario nel mondo etrusco”: visita guidata a cura di Federica Sacchetti.
lunedì 9 aprile, ore 11: “Nello specchio della morte: rituale funerario e società a Felsina”: visita guidata a cura di Anna Dore.
Ore 16: “Sotto le insegne di Roma: vita da legionario”: visita guidata a cura di Claudio Negrini.
Prosegue fino al 25 aprile la mostra “Cent’anni di danza – Omaggio a Kazuo Ohno”.
Museo Civico Medievale.Tel. 051 219391,
domenica 8 aprile: ore 10 – 18.30, lunedì 9 aprile: ore 10 – 18.30.
Collezioni Comunali d’Arte. Tel. 051 2193526, domenica 8 aprile: ore 10 – 18.30,
lunedì 9 aprile: ore 10 – 18.30.
Museo Morandi.Tel. 051 2193332, domenica 8 aprile: ore 10-18.30, lunedì 9 aprile: ore 10-18.30.
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. Tel. 051 2757711, domenica 8 aprile: ore 10 – 17, lunedì 9 aprile: ore 10 – 14.
Prosegue fino al 15 aprile la mostra “La precisione dei sentimenti – Personale di Frederik Peeters”.
Museo del Patrimonio Industriale. Tel. 051 6536611, domenica 8 aprile: ore 15 – 18, lunedì 9 aprile: ore 11 – 13 e 15 – 18.
domenica 8 aprile, ore 16: “L’arte della seta nell’antica Bologna”: visita guidata;
lunedì 9 aprile, ore 11: visita guidata alla mostra “Moto bolognesi degli anni 1930-’45. Produzione motociclistica tra evoluzione e autarchia”. Ore 15.30: “Esplorando il sistema solare”: età consigliata: 6-14 anni. Prosegue fino al 9 aprile la mostra “Moto bolognesi degli anni 1930-’45. Produzione motociclistica tra evoluzione e autarchia”.
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. Tel. 051 236708, domenica 8 aprile: ore 9-13, lunedì 9 aprile: ore 9-13.
Casa Carducci e il Museo Civico del Risorgimento saranno chiusi.

Le mostre:
Museo del Patrimonio Industriale. “Moto bolognesi degli anni 1930-’45. Produzione motociclistica tra evoluzione e autarchia”.
Allestita in occasione dell’apertura della nuova area esposizioni temporanee del Museo, la Mostra rappresenta il secondo capitolo di
approfondimento sull’industria motociclistica bolognese, dedicato agli anni a ridosso del secondo conflitto mondiale.
In quel periodo, le aziende e i piccoli costruttori locali affrontano le ristrettezze del mercato e i vincoli imposti dall’Autarchia con caparbia vitalità, sorprendente inventiva e rinnovate soluzioni tecniche. Sono ricostruite le vicende produttive dei 16 marchi operanti a Bologna in quegli anni ed esposti esempi significativi della loro produzione: moto Bondi, C.M, G.D e M.M, motocarri M.M., motori F.B e Moto Morini,
provenienti da collezioni private. Completa l’allestimento un ampio apparato iconografico, in gran parte inedito, integrato da filmati
provenienti dall’Istituto Luce.
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. “La precisione dei sentimenti – Personale di Frederik Peeters”. Lo svizzero Frederik Peeters è senz’altro uno degli autori di fumetto più prolifici e talentuosi degli ultimi anni. Nel 1995 vince il premio “Nouveaux Talents” del Festival di Sierre e nel 2001 raggiunge il successo
internazionale con un libro che si è guadagnato il Premio Rodolphe Töpferr, “Pillole blu” (edito per il mercato Italiano da Kappa Edizioni, 2004). Questo libro, come il resto della sua produzione, mostra la capacità di Peeters di raccontare la banale quotidianità vissuta in contesti di eccezionalità o addirittura avventura. “Pillole Blu” racconta in prima persona di un amore con una ragazza che è HIV positiva e con un bambino che condividerà la stessa sorte; questo antefatto non implica lo svolgimento di una storia tragica ma pone con intensità e leggerezza la problematicità di un rapporto uguale e allo stesso tempo diverso da tutti gli altri. In “Lupus” la vicenda si svolge in un futuro – tanto simile al nostro presente – in cui la vita si è allargata oltre i confini terrestri; la narrazione segue le regole della storia d’avventura, ma i protagonisti continuano comunque ad essere uomini e donne, fragili, dubbiosi, innamorati. Tony e Lupus, due vecchi amici d’infanzia dai caratteri molto contrastanti – irruento il primo, timido e introverso il secondo – partono per un lungo viaggio spinti da un indefinito moto di ribellione che non sono in grado di comprendere e governare, finché non incontrano la giovane e perduta Sanaa – anche lei fragile, confusa e inquieta – che cambierà irrimediabilmente le loro vite divenendo involontariamente motore di un
dramma che lascia però il giusto respiro alle gioie e ai dolori di una quotidianità vissuta con familiarità sul ciglio di un burrone.
Museo Civico Archeologico.
“Cent’anni di danza – Omaggio a Kazuo Ohno”.
Il Museo Civico Archeologico e il Centro La Soffitta del Dipartimento di Musica e Spettacolo – Università di Bologna presentano un’esposizione per festeggiare i cent’anni di Kazuo Ohno, il grande maestro del teatro-danza contemporaneo giapponese.In mostra costumi, oggetti e materiali di lavoro provenienti direttamente dal Giappone, oltre alla ricca documentazione sulla vita artistica del maestro giapponese custodita nell’Archivio Kazuo Ohno, donato in esclusiva per l’Europa al Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna. Kazuo Ohno rappresenta la memoria vivente della storia della danza moderna giapponese. Da lui e da Tatsumi
Hijikata, prematuramente scomparso, sono nate la poetica e le prime forme della danza butoh, ormai diffusa in tutto il mondo dai loro allievi e
giunta alla terza e quarta generazione. Kazuo Ohno, con la sua vitale longevità, ha creato spettacoli memorabili e sparso più di ogni altro il
seme di una rinascita in termini contemporanei della danza in Giappone. La storia dei cent’anni di vita di Ohno non solo rispecchia la storia della
danza contemporanea in Giappone, ma è anche fortemente connessa con gli sviluppi e i cambiamenti che nello stesso periodo hanno affrontato la realtà sociale e culturale giapponesi.
La mostra presenta le creazioni e il metodo di lavoro del Maestro percorrendone l’intera vita artistica e intende comunicare le sensazioni
che Kazuo Ohno vuole condividere con noi attraverso la danza e le parole.