Un inguaribile curioso della vita e uno dei pochi artisti dandy del Novecento: è il ritratto del
pittore torinese Aldo Mondino, protagonista della più grande mostra allestita dalla sua scomparsa (nel 2005) nella Villa delle rose a Bologna, fino al 16 giugno.

Un viaggio alla scoperta dell’uomo-artista tra passioni e tic, raccontato attraverso quadri, sculture, fotografie e lettere.
Amante di macchine rombanti, donne e viaggi esotici, Mondino fu il primo a riconoscere l’importanza della pop art americana sperimentando materiali insoliti come lo zucchero, i
cioccolatini (usati nel quadro ‘Veronica’) o le penne a sfera nei suoi famosi Dervisci.


Esposta, tra le sale della villa, una selezione dei suoi lavori dagli esordi negli anni ’60 fino alle ultime tele e sculture. Un percorso attraverso le varie fasi creative di Mondino, dalle opere ironiche o metalinguistiche a quelle ebraiche fino ai tanti ricordi di viaggi. Dal 1985 comincia infatti il ciclo legato ai viaggi ispirato da paesi arabi e orientali come Marocco, Turchia, India, con un occhio di
riguardo per la Spagna con i suoi tori e toreri e il mondo arabo, popolato da danzatori dervisci, mercanti del suk, sultani.

Negli ultimi anni di vita l’artista scoprirà anche la
scultura, realizzando un’opera in bronzo intitolata ‘La mamma di Boccioni’. L’allestimento, curato da Marco Senaldi, prevede anche un video con un’intervista inedita all’artista.

Info: 051 502859 o Galleria d’arte moderna