“Il bilancio di sostenibilità di Hera per la Cisl è positivo, perché testimonia la volontà dei vertici aziendali di promuovere la buona pratica di legare produttività e valore economico aziendale al soddisfacimento dell’utenza (la comunità) ed allo sviluppo professionale ed umano degli addetti. Il contratto integrativo siglato nel marzo ’06 con il sindacato ne è testimonianza”.

Così Piero Ragazzini, segretario generale Cisl dell’Emilia-Romagna, intervenendo oggi a Ferrara alla presentazione del bilancio di sostenibilità ’06 di Hera, l’impresa produttrice di servizi pubblici locali, nata dalla positiva tradizione municipale emiliano-romagnola.
Hera, producendo servizi, è una società per azioni particolare. La sua mission, secondo Ragazzini, è quella di creare valore aggiunto per tutti i portatori di interesse e non solo per gli azionisti, a cominciare dai lavoratori e dalle comunità territoriali interessate. “Il management di Hera –sottolinea il sindacalista- ha l’obbligo di rispondere degli esiti della propria azione a tutti coloro che sono soggetti ed oggetti degli effetti diretti ed indiretti delle scelte compiute dalla multi utility stessa”.
Hera societariamente non è una pubblic company, ma organizzativamente ci si aspetta che si comporti come tale. Pertanto “condizione per sviluppare la responsabilità sociale dell’impresa è il coinvolgimento dei lavoratori attraverso le loro rappresentanza” –afferma l’esponente Cisl-, ricordando in questo senso il contratto integrativo firmato tra i vertici di Hera ed il sindacato a marzo ’06, che definisce “buona prassi e base di partenza per ragionare sul bilancio sociale della multi utility”.
L’accordo pone al centro l’investimento sulle risorse umane, nella consapevolezza che oggi vero asset per la produzione di valore da parte delle imprese sono le persone con le loro conoscenze e competenze. Traducendosi in scelte organizzative di salvaguardia e sviluppo dei saperi aziendali e dei nuovi saperi (tecnologici), ma anche dell’ascolto dell’utenza e della personalizzazione del servizio reso. “In tal senso –osserva Ragazzini- apprezziamo che nel contratto siano sanciti: la scuola dei mestieri e lo sviluppo delle competenze ‘core’ di ciascuna famiglia professionale, l’obiettivo ‘zero infortuni’ datosi dalle parti sociali e la regolamentazione nell’uso degli appalti e delle forme non standard di lavoro adottate”.
Per il prossimo bilancio sociale, il sindacalista Cisl rilancia e propone di “costruirlo assieme ai vari portatori d’interesse, organizzando gruppi di lavoro tematici, tra cui uno composto dal sindacato, così da accrescerne l’impegno ed il riconoscimento nei confronti dell’organizzazione”.
Coerentemente con il contratto integrativo della holding, Ragazzini sollecita che preveda il “benessere organizzativo, nel senso di attenzione al benessere di tutti i lavoratori con crescita professionale anche per donne, ultra cinquantenni, immigrati”. E che contenga un capitolo sugli appalti, “nell’interesse dei clienti, per i quali l’affidamento esterno spesso comporta deterioramento della qualità del servizio reso e del sindacato responsabile, che intende tutelare tutti i lavoratori”.
“Quindi –conclude il segretario Cisl- vorremmo che nel bilancio sociale ci fossero dati precisi relativi all’entità ed ai settori coinvolti dal ricorso agli appalti esterni, oltre alle criticità manifestate nel rapporto tra appaltante e ditte appaltatrici: infortuni sul lavoro, mancato rispetto contrattuale, varianza nell’erogazione dei servizi”.