Impronte digitali come palloncini impossibilitati a volare via tracciate dai detenuti di Rebibbia, così come una curiosa sfilata di pecore nere; i paesaggi incantati disegnati da Sergio, in carcere al Sant’Anna di Modena; i drammatici dipinti del giovane Muka, rinchiuso in ospedale psichiatrico.

Sono alcune delle 53 opere esposte nella mostra “Spazio libero. Arte dai luoghi di reclusione”, promossa dalla Provincia e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, che sarà inaugurata nella chiesa di San Paolo a Modena sabato 26 maggio alle ore 18, nell’ambito di “Ethicae. Festival della cittadinanza attiva”. La mostra è visitabile fino al 17 giugno, dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è libero.

Il programma di “Spazio libero”, organizzato in collaborazione anche con la Galleria civica, il Gruppo carcere-città, la Casa circondariale Sant’Anna di Modena, la cooperativa Made in jail di Roma e Oliviero Toscani che ha curato il progetto grafico del catalogo, prevede anche una serie di eventi collaterali tra i quali un seminario, rappresentazioni teatrali, letture di testi e visite guidate in carcere.

“Con questa iniziativa – spiega l’assessore provinciale alla Cultura Beniamino Grandi – la Provincia ha voluto raccontare il mondo, lontano per chi sta fuori, delle carceri non solo con le opere d’arte delle persone recluse ma anche con il lavoro di chi, associazioni, operatori, volontari, giorno dopo giorno si dedica al recupero dei detenuti”. L’obiettivo dell’iniziativa è infatti creare attenzione sulla qualità della vita in carcere e sul senso della pena e della riabilitazione.

“Spazio libero” propone un percorso tra dipinti e serigrafie, pitture su carta, alcune di grandi dimensioni, installazioni e video realizzati dai detenuti che hanno partecipato alle attività proposte dalle associazioni di volontariato e dalle cooperative che operano all’interno delle case circondariali a custodia attenuata di Rebibbia e Castelfranco Emilia, della casa circondariale di Sant’Anna e dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. A questi si aggiungono le esperienze teatrali realizzate nel carcere di massima sicurezza di Volterra, nel Centro per la giustizia minorile di Bologna e quelle dei laboratori artigianali della casa circondariale di Viterbo e dell’Istituto penale minorile di Catanzaro.