L’addizionale Irpef, grazie allo sblocco delle aliquote, permetterà ai Comuni di far fronte mediamente al 50% della manovra necessaria per rispettare il Patto di stabilità interno. A dirlo è una elaborazione del Centro Studi Sintesi di Venezia, che ha incrociato le scelte fiscali attuate per il 2007 dai capoluoghi e dalle città con più di 50 mila abitanti appartenenti alle Regioni a Statuto ordinario.


L’obiettivo dello studio consiste nel verificare il grado di copertura del gettito derivante dall’aumento dell’aliquota dell’addizionale Irpef sulla manovra che il comune deve effettuare al fine di rispettare il Patto di stabilità interno.
È un lavoro che permette di analizzare indirettamente le scelte delle amministrazioni locali di fronte alla possibilità di tagliare la spesa o di aumentare l’imposizione fiscale. In pratica, si è determinato quanto incide l’opzione addizionale nella combinazione dei fattori ‘più tasse/meno spese’, considerato il fatto che difficilmente le amministrazioni scelgono una strategia unidirezionale.

Dal nuovo gettito Irpef creato dal ritocco delle aliquote verranno 327 dei 718 milioni di euro necessari a questi Comuni per raggiungere i saldi imposti dal Patto di Stabilità.
La manovra annua ai fini del rispetto del PSI è stata coperta mediamente per il 52% con il maggiore gettito dell’addizionale Irpef: in sostanza, su un miglioramento richiesto di 10 euro, più di 5 sono stati recuperati agendo sulla leva dell’Irpef locale.

Le Amministrazioni che hanno utilizzato maggiormente la leva dell’addizionale per l’assestamento dei conti locali sono quelli appartenenti alle regioni del Nord, nei quali la variazione del gettito derivante dall’addizionale ha coperto per il 58,7% l’importo del Patto, contro il 50,2% delle amministrazioni del Centro e il 44% delle città meridionali.
Vi sono poi 21 comuni nei quali il gettito derivante dall’aumento dell’addizionale Irpef supera l’importo necessario per il rispetto del Patto di stabilità interno, registrando pertanto percentuali superiori al 100%.
E’ il caso di Ravenna, dove il passaggio dallo 0,2% in vigore l’anno scorso allo 0,6% stabilito quest’anno porterà alle casse 7,64 milioni, pari al 221,9% dei 3,44 richiesti dalla copertura del patto. Rapporti simili si registrano a Belluno (con un tasso di copertura del 191,8%), mentre a livelli più bassi si fermano Fano (159,5%) e Carpi (158,8%).
Infine, per quanto riguarda le grandi città, sopra la soglia del 100% si segnalano Roma (140,5%), Bologna (128,2%) e Padova (124,2%), mentre sotto tale livello si collocano Modena (90,6%) e Parma (70,6%).