La capacità dell’economia modenese di competere sul mercato globale è stato l’obiettivo di tutte le politiche attuate nel triennio, tese a favorire forti processi di innovazione valorizzando, insieme, i tratti identitari del territorio. Nel triennio 2004-2006 le imprese modenesi dei vari settori (manifatturiero, commercio, turismo, agricoltura, imprese sociali, cooperative) hanno beneficiato di contributi e agevolazioni per oltre 176 milioni di euro. Le politiche ed i relativi finanziamenti hanno puntato a rafforzare processi di qualificazione e di internazionalizzazione.


A sostegno di industria, artigianato, terziario e agricoltura la Provincia ha utilizzato risorse comunitarie, statali, e regionali oltre a predisporre azioni autonome di intervento, come l’istituzione del Fondo per l’innovazione, che supporta gli investimenti delle piccole e medie imprese del settore manifatturiero in innovazione produttiva, organizzativa e commerciale, ricerca industriale e per lo sviluppo. Con il primo bando da 10 milioni di euro (3 milioni e 225 mila euro la cifra stanziata dalla Provincia) hanno avuto finanziamenti a tasso agevolato 67 progetti riguardanti investimenti per innovazione tecnologica di prodotto e processo. A breve il secondo bando.
Ai processi di innovazione del sistema produttivo la Provincia ha concorso con politiche condivise con i soggetti istituzionali e le associazioni economiche. In questo quadro si colloca il rilancio di Democenter-Sipe, centro unico per l’innovazione e il trasferimento tecnologico nato dall’accorpamento di due strutture, che opera a livello territoriale nel distretto del biomedicale e di Vignola. Sono stati inoltre avviati due importanti distretti tecnologici (settore meccanico e agroalimentare) favorendo l’incontro tra il mondo produttivo delle imprese e quello della ricerca.
Aiuti alle imprese agricole attraverso contributi e agevolazioni (oltre 126,5 milioni di euro), incentivi alla ricerca, il recupero e la promozione delle produzioni locali, il rispetto degli obblighi ambientali, lo sviluppo delle colture biologiche e di qualità, l’educazione e l’orientamento ai consumi sono le linee d’azione sulle quali la Provincia ha lavorato per supportare la ristrutturazione di un comparto interessato negli ultimi anni da una fase di crisi.
L’impegno per la scuola
Investire sull’istruzione è una delle priorità di mandato, alla quale si è data risposta attraverso un piano di qualificazione degli edifici scolastici, il miglioramento dei sistemi di orientamento e formazione, il supporto all’autonomia delle istituzioni scolastiche. Il costante incremento della popolazione scolastica delle superiori (27 mila studenti) ha comportato l’esigenza di ampliamenti e la costruzione di nuove scuole, oltre alla necessità di adeguare le strutture alle normative in materia di sicurezza, realizzare impianti sportivi e i necessari interventi di ristrutturazione e manutenzione. Sono state completate e sono in fase di realizzazione opere per una spesa complessiva di 34 milioni di euro, e stanno per essere avviati cantieri per altri 11 milioni. Interventi anche all’istituto tecnico provinciale “Enrico Fermi” (800 mila euro di spesa nel triennio) per il quale la Provincia ha avviato un percorso per il passaggio al sistema statale, allo scopo di valorizzare la scuola, garantendo stabilità e continuità all’attività didattica e assicurando il pieno diritto di accesso a tutti gli studenti.
Consistenti gli investimenti sulle tecnologie, grazie ai quali le scuole superiori sono considerate le più informatizzate in Italia, come riporta una recente indagine di Tuttoscuole. Per garantire il diritto allo studio la Provincia ha attuato una serie di azioni di sostegno economico alle famiglie e di qualificazione dei servizi impegnando nel triennio circa 13 milioni di euro destinati a borse di studio (7.510 alle superiori, quasi 20 mila per primarie e secondarie), fornitura gratuita/semigratuita dei libri di testo; supporto ai servizi mensa e trasporto scolastico, servizi per soggetti in situazioni di handicap e integrazione degli alunni stranieri.
Sono state promosse azioni per l’orientamento scolastico (coinvolte circa 200 classi di terza media ogni anno), per contrastare l’abbandono scolastico e sostenere il conseguimento di una qualifica o di un diploma per tutti i giovani.Intensa, inoltre, l’attività di formazione professionale che nel periodo 2004-2006 ha visto oltre 47.500 partecipanti nei vari settori d’intervento.
Nel triennio, la Provincia si è occupata anche dei servizi per l’infanzia riferiti alle fasce d’età 0-3 e 3-6 anni, istituendo un apposito fondo speciale per la montagna che ha finanziato 6 interventi di creazione di nuovi servizi e miglioramento di quelli esistenti.
Sviluppo del territorio insieme alla tutela dell’ambiente
Guidare lo sviluppo del territorio in base alle nuove esigenze, con un’attenzione primaria alla tutela dell’ambiente. E’ questa una delle attività alle quali la Provincia ha dedicato grandi energie in questa prima metà di mandato, attraverso la definizione di vari strumenti di programmazione (a cominciare dal Ptcp, il nuovo Piano territoriale di coordinamento provinciale).

La provincia di Modena nei prossimi anni sarà interessata da cambiamenti profondi, soprattutto dal punto di vista demografico e sociale. Nel 2015 i residenti si stima siano 730 mila circa, 60 mila in più di oggi: aumentano gli anziani, le famiglie, gli stranieri (saranno circa il 16 per cento della popolazione, oggi sono quasi il 9 per cento). Questa prospettiva impone di affrontare con adeguate linee di programmazione territoriale i presumibili problemi e bisogni che ne derivano: dalle case alle scuole, dalla viabilità ai servizi. L’obiettivo è dare una risposta a questi bisogni accompagnandoli a una qualificazione paesaggistica ed ambientale, con l’aumento delle aree protette soprattutto in pianura e in collina (dall’attuale 6,5 al 10 per cento del territorio). Nel frattempo, si è lavorato sul fronte della sicurezza: la Provincia si è dotata di piani informatizzati per il dissesto idrogeologico (frane), per l’emittenza televisiva, per l’industria a rischio di incidenti rilevanti e sta perfezionando le carte di rischio idraulico e sismico. Ha approvato inoltre il Piano di risanamento dell’aria, che indica gli interventi a carattere strutturale per uscire dall’emergenza smog: dai bus navetta nelle aree industriali ai controlli sulle emissioni delle imprese, dall’estensione del divieto di circolazione ai mezzi più inquinanti alle aree artigianali ecologiche, dall’accordo con Autostrade spa per opere di riduzione dell’impatto al monitoraggio delle polveri pm 2,5. Tra gli obiettivi, anche il potenziamento del trasporto pubblico, la realizzazione di piattaforme logistiche per il trasporto merci, contributi per installare caldaie ad alta efficienza, per convertire l’auto a metano o gpl, per l’acquisto di mezzi elettrici e per le piste ciclabili. Approvato anche il piano provinciale dei rifiuti, che prevede la crescita della raccolta differenziata al 55 per cento, l’incenerimento del 42 per cento dei rifiuti mentre il 3 per cento sarà smaltito in discarica (ora supera il 30 per cento). Intensificata, inoltre, l’attività di controllo ambientale coordinando oltre 400 eco-controllori.