Nella seduta di ieri, il Consiglio comunale ha approvato le Linee di indirizzo per “Il rilancio del trasporto pubblico locale” con il voto favorevole del gruppo Indipendente e della maggioranza ad eccezione di Verdi e Rifondazione comunista che hanno votato contro e di Udeur che si è astenuto; contrari anche Modena a Colori, Forza Italia, Udc, Lega Nord e Alleanza Nazionale. Il testo approvato era stato emendato su suggerimento di Stefano Prampolini (Sinistra Democratica), non sono invece passati gli emendamenti proposti da Dante Mazzi (Forza Italia).


“Atcm non è un’azienda allo sfascio. Come tutte le aziende di trasporto pubblico del territorio nazionale è un’azienda in grave difficoltà, per una serie di fattori in gran parte non imputabili a scelte gestionali o a responsabilità operative specifiche; soffre, innanzitutto, come le altre aziende, del mancato e insufficiente finanziamento a livello nazionale a fronte di un forte incremento dei costi” ha detto l’assessore alla Mobilità, Daniele Sitta, presentando il piano che dovrà rilanciare l’azienda “attraverso interventi seri e partendo anche da un rinnovato e maggior impegno di Comuni e Provincia, che porti ad assumere come priorità il potenziamento del trasporto pubblico”.

Tre gli impegni che il documento si assume per raggiungere l’obiettivo: raddoppiare in tre anni i contributi regionali alla gestione del servizio; adeguare le tariffe all’inflazione e, a questo proposito, già dal 2 luglio le tariffe subiranno un incremento medio del 5 %; un ingente impegno su piano degli investimenti, vale a dire oltre 21 milioni di euro. Sitta ha quindi ribadito l’importanza di “ridurre i costi, migliorare la qualità del servizio e riportare a livelli accettabili il fenomeno dell’evasione del pagamento del ticket di viaggio per consentire all’azienda “uno straordinario sforzo di rinnovamento ed efficientamento”. Ma ha anche sottolineato che: “L’azienda da sola non ce la può fare, è necessario un intervento forte dall’esterno per portare dentro Atcm la cultura dell’innovazione e know out più avanzati sui sistemi gestionali nell’organizzazione del servizio e della manutenzione. Si deve quindi individuare, attraverso una gara pubblica, un partner industriale che sia in grado di portare un valore aggiunto di risorse finanziarie, per dare maggiore solidità patrimoniale e finanziaria ad Atcm, e in grado di far crescere cultura imprenditoriale e professionalità nell’azienda in cui lavorano 635 persone. Se non procedessimo alla ricerca di un partner forte metteremo a rischio la sopravvivenza stessa dell’azienda che a breve sarà chiamata ad affrontare la libera concorrenza di un libero mercato”.

L’assessore alla Mobilità ha quindi assicurato che non si tratta di privatizzare: “Il partner entrerà con una quota di minoranza e gestirà l’azienda per permettere il processo di cambiamento e miglioramento, mentre il pubblico manterrà la maggioranza in Atcm e, in osservanza alle leggi nazionali e regionali, attraverso l’Agenzia della Mobilità, terrà per sé il ruolo di indirizzo, controllo e programmazione. Una netta distinzione di ruoli e compiti che dovrà trovare applicazione anche nella composizione dei due Consigli di amministrazione”. Infine l’assessore ha proposto di snellire i consigli di gestione di Atcm e Amo portandoli da sette a tre membri.