Sono 6.188 in più le imprese individuali aperte da immigrati non provenienti dall’Unione europea tra aprile e giugno 2007 (+2,9% sul primo trimestre). Lo calcola Unioncamere, sulla base della rilevazione trimestrale del Registro delle imprese fatta da Infocamere, Movimprese.


La presenza di extracomunitari nel tessuto economico delle piccole e piccolissime imprese – si legge nel rapporto – ha una dinamica e una struttura oramai stabile e l’impresa individuale
si conferma come una corsia preferenziale per l’integrazione.
Il totale delle imprese individuali aperte nel secondo trimestre 2007 è di 10.958 unità contro le 4.770 che hanno chiuso, portando il totale a 218.467 unità. La crescita è stata del 9,1% su giugno 2006, ma con un rallentamento della
crescita rispetto all’anno precedente (+13,3% 2006 sul 2005). Un dato positivo, se si pensa che il bilancio demografico complessivo delle micro-aziende negli ultimi dodici mesi ha avuto una leggera flessione, con 4mila unità in meno (-0,1%).

Tra i paesi di provenienza degli imprenditori stranieri, il più rappresentato nel secondo trimestre 2007 è la Cina (1.865 imprese, che sale a 28.097 aziende, +17,0%), seguito da Marocco (1.683, 41.157, +15,4%) e Albania (1.568, 22.218, +14,3%).
I settori più interessati sono quello delle costruzioni (con 2.555 nuove imprese, +15,1% su giugno 2006) e del commercio (1.716, +7,0%), che insieme rappresentano il 71% del totale delle imprese individuali censite a giugno 2007. Seguono le attività manifatturiere (842, +10,2%) e i servizi (trasporti, noleggio, informatica, ricerca, 914, +11,3%).
Dal punto di vista geografico, questo tipo di iniziative si concentrano soprattutto in Lombardia (39.684, 9,1% del totale), in Emilia-Romagna (22.834, 8,6%) e in Toscana dove un’impresa su dieci è straniera (22.537, 10,1%). Prato si conferma la provincia con la percentuale piu’ elevata sul totale delle aziende (4.002, 26,21%), Milano, invece, è quella con il numero
assoluto più elevato (18.996, 12,12%).