La diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, a Modena come in Italia, è un dato non contestabile. Ma a proposito delle proteste sull’aumento dei prezzi, Ascom Confcommercio ritiene il timore di aumenti tanto più immotivato quanto questo sia concentrato su beni di prima necessità come l’alimentare, d’altro canto ritiene non giustificate le proteste rivolte agli operatori del dettaglio.


Fida (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione aderente a Confcommercio) richiama, a proposito dei prezzi, la variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo, che nelle sue diverse formulazioni ufficiali non lascia spazio a dubbi: l’inflazione complessiva è abbondantemente al di sotto del 2% e quella sui prodotti alimentari e le bevande poco sopra il 2%.
In effetti la quotazione delle materie prime cerealicole in euro è cresciuta, dal dicembre 2004 al giugno 2007, di oltre il 50% a fronte di un’inflazione al consumo su pane e cerali del 3,3% nel medesimo periodo.

Risulta dunque quantomeno strumentale – prosegue Fida Confcommercio – accusare la distribuzione commerciale di avere incrementato i propri margini di profitto. Al contrario, questi semplici dati dimostrano come i profitti della distribuzione siano in via di progressiva e costante riduzione per via dell’accresciuta concorrenzialità del nostro sistema distributivo. Tra Tarsu, aumento dei servizi e dell’energia l’incremento dei costi per gli esercizi commerciali risulta pesante e gli operatori del dettaglio sono stanchi di dover fare da unici ammortizzatori tra produzione e consumatori così come è avvenuto negli ultimi cinque anni, fungendo sempre da capro espiatorio per l’intera filiera.

In realtà – conclude la Federazione dei Dettaglianti dell’Alimentazione – come già successo in passato, le aziende associate ad Ascom-Confcommercio si adopereranno per intercettare le esigenze dei consumatori che fanno sempre più fatica a far quadrare i bilanci familiari, impegnandosi a far sì che gli aumenti delle materie prime non si trasformino in nessun aumento di prezzi al dettaglio ingiustificato. Ci si augura invece che il confronto avviato dai consumatori possa sfociare in un dialogo sereno sulla struttura dalla formazione dei prezzi, dove la distribuzione non deve essere indicata solo come il più facile dei capri espiatori.