Cinquanta milioni di euro investiti dai privati in cinque anni (dal 2000 al 2005) per qualificare i punti vendita e per la promozione commerciale, anche grazie ai cinque milioni di contributi erogati dalla Provincia di Modena finanziando 169 domande in base alla legge regionale 41 sul commercio. Nello stesso periodo gli enti pubblici hanno investito 58 milioni di euro per interventi di qualificazione urbana (strade, piazze, arredi urbani) legati a progetti di valorizzazione commerciale; in questo caso i contributi erogati dalla Provincia sulla base della legge sul commercio hanno raggiunto i dieci milioni di euro e hanno finanziato altre 169 domande. Complessivamente, tra privati e pubblici, sono così stati investiti 108 milioni di euro.


I dati sono stati presentati al convegno sulla valorizzazione del commercio urbano che si è tenuto lunedì 17 settembre nella sala del Consiglio provinciale, promosso da Comune e Provincia di Modena. “Abbiamo lavorato molto in questi anni – ha osservato Palma Costi, assessore provinciale agli Interventi economici – avendo come riferimento le esigenze del consumatore e la qualificazione e lo sviluppo di un settore portante dell’economia locale, in termini economici e occupazionali. Gli investimenti attivati per oltre cento milioni di euro, anche grazie ai contributi erogati sulla base della legge regionale, rappresentano un risultato di tutto rispetto che ha permesso di mantenere e sviluppare un tessuto commerciale vivace e diffuso nei centri storici e nei paesi assicurando un prezioso servizio alla popolazione, in particolare agli anziani”.

Da un’indagine della Provincia risulta che attualmente sono 36 gli enti di promozione, associazioni, consorzi e comitati attivi sul territorio modenese con oltre 2.300 negozi associati. “Le associazioni tra gli operatori – ha sottolineato l’assessore Costi – svolgono un ruolo fondamentale lavorando in sinergia con gli enti locali e con il supporto dei centri di assistenza tecnica delle associazioni perché hanno promosso la qualificazione del piccolo commercio, puntando a sviluppare la competitività dei cosiddetti Centri commerciali naturali. Questo ruolo – ha concluso l’assessore – va sempre più potenziato e strutturato, lavorando anche a un’integrazione tra i territori nell’ambito delle Unioni di Comuni, per fare quel salto di qualità che anche il consumatore richiede, in termini di servizi e di prezzo, ovvero di una maggiore competitività”.

Nel libro ‘Urbe Viva’ storia di 33 progetti innovativi
Sono 33 le esperienze e i progetti per rendere più belli e vivibili i centri storici di città europee e nordamericane e ora raccolti nel libro “Urbe Viva”, realizzato da un gruppo di lavoro del Comune di Modena all’interno di un progetto europeo, in collaborazione con altre cinque città: le italiane Bologna e Padova, la portoghese Coimbra, la greca Patrasso e la spagnola Santa Cruz de Tenerife. Il volume è stato presentato lunedì 17 settembre al convegno sul Commercio urbano promosso da Provincia e Comune di Modena.
“Il progetto “Urbe Viva” che ci ha visti impegnati negli ultimi tre anni – spiega Stefano Prampolini, assessore comunale alle Politiche economiche – è nato proprio con l’obiettivo di elaborare modelli innovativi per la promozione nei centri storici delle attività commerciali e terziarie, considerate una delle risorse più importanti che influenzano fortemente lo sviluppo socioeconomico delle città”.

“Urbe Viva” parte dall’idea che le politiche pubbliche volte a combattere il declino dei centri storici “hanno bisogno – come sottolinea Prampolini – di essere pianificate, condotte e promosse da un unico corpo di coordinamento che dovrebbe essere il risultato di una partnership pubblico-privata”.
I progetti analizzati in “Urbe Viva” – per Modena le esperienze di Modenamoremio e il rilancio dell’area della Pomposa – vanno dagli aiuti alle botteghe storiche e ai cinema del centro, come è accaduto a Firenze e a Monza, fino al restauro degli ex edifici industriali sperimentato nella città finlandese di Tampere, o alla creazione di associazioni di commercianti: progetti analoghi a Modenamoremio sono nati, per esempio, a Bilbao e Valencia. Interessanti anche le sperimentazioni della città francese di Roubaix o della statunitense Denver, che hanno messo a disposizione di cittadini e visitatori hostess e steward per dare informazioni e garantire la sicurezza e il presidio di alcune zone. Sempre a Denver, ma anche a Santa Cruz de Tenerife, i progetti di recupero urbano si sono incrociati con gli interventi sociali, come l’accoglienza dei senza fissa dimora e l’assistenza agli anziani soli. Il volume “Urbe viva”, finanziato dall’Unione europea e realizzato in collaborazione con Aiccre, è disponibile gratuitamente all’assessorato alle Politiche economiche (e-mail, 059 2032306), oppure on line (Comune di Modena e Urbe Viva).