I dati diffusi dall’Osservatorio prezzi del Comune di Modena riportano all’attenzione dell’opinione pubblica il tema del caro vita. Parlare d’inarrestabile corsa dei prezzi, anche se non mancano alcuni segnali preoccupanti, è fuori luogo. Certo questo non significa che non esista, in particolare nella filiera agroalimentare, il problema delle eventuali speculazioni e che l’attenzione non debba essere alta.


Ci deve essere da parte di tutti una seria assunzione di responsabilità. Come Confesercenti faremo la nostra parte per dare un contributo prima di tutto assicurando, per quanto ci compete, la massima trasparenza rispetto alle dinamiche che portano alla determinazione del prezzo finale; allo stesso modo ci auguriamo che con il contributo delle Istituzioni e delle associazioni dei consumatori, si possa uscire dalla logica del sospetto verso il piccolo commercio, per mettere in campo azioni e misure virtuose tese a difendere davvero il potere di acquisto dei consumatori modenesi. Salutiamo quindi con favore ed appoggiamo l’idea dell’assessore Stefano Prampolini di dare vita ad un tavolo provinciale che riunisca associazioni di categoria, produttori, rappresentanti dei consumatori allo scopo di monitorare la filiera e denunciare eventuali situazioni problematiche.



Restano però sullo sfondo una serie di nodi che non possono essere affrontati e, tantomeno sciolti, a livello locale: i prezzi sono sempre più determinati dalla somma di una serie di fattori, fuori dal controllo del singolo. Eclatante, in questo senso, è il caso dei costi energetici. Sull’altro fronte c’è la questione seria del potere d’acquisto dei consumatori. Negli ultimi anni le dinamiche salariali hanno penalizzato categorie sempre più ampie di lavoratori e questo, inevitabilmente rende più pesante la situazione, per tutti: per i cittadini, ma anche per i commercianti.