A pochi giorni dalla fine dell’anno, i meteorologi dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia sono ormai in grado di fornire, salvo un’improbabile ed imprevista “glaciazione” nei giorni che precedono San Silvestro, un bilancio sufficientemente documentato ed esauriente del 2007.


Per Modena quello che sta per chiudersi sarà l’anno più caldo almeno dal 1830, cioè da quando esiste l’Osservatorio con i suoi preziosi rilievi eseguiti presso il torrione dell’ala est dell’ex Palazzo Ducale. La conclusione degli esperti potrebbe essere smentita solo se le temperature medie degli ultimi 4 giorni dell’anno non dovessero superare i –15°C, un valore ritenuto allo stato delle informazioni possedute impossibile a verificarsi.

In particolare, i calcoli preliminari indicano che la temperatura media del 2007 avrà un valore compreso fra 15.8 e 16.0°C, con altissima probabilità che sia 15.9°C, molto superiore ai valori medi che lo hanno preceduto: si pensi che nel trentennio climatologico 1971-2000 la temperatura media è stata di 13.8°C. Il record precedente risale a pochi anni fa, al 2000, quando fu segnata una media di 15.6°C. “Ma, giova ricordarlo, – fanno sapere gli esperti Luca Lombroso e Salvatore Quattrocchi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – tutti i 10 anni più caldi registrati a Modena appartengono all’ultimo decennio”.

Al di là dei singoli valori, questo è il commento reso dai meteorologi dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena.
Luca Lombroso.Ho iniziato a lavorare in Osservatorio nel 1987, allora si parlava di riscaldamento globale e cambiamento climatico antropogenico quasi solo fra gli esperti, e con la giusta prudenza, poi ho visto un susseguirsi di eventi che mai mi sarei aspettato di vedere in così pochi anni: il mite e siccitoso inverno 1988/89, la grande pioggia dell’ottobre 1990, temporali e nubifragi a ripetizione, e quindi via via l’anno più caldo nel 1994, ancora nel 1997 con un quasi bis nel 1998, quindi nel 2000, poi la terribile estate 2003 che fece di quello ancora un anno vicino al record. E ora, di nuovo, un anno record nel 2007. Ormai non ho più dubbi che il riscaldamento, locale e globale, è in corso come ho ben pochi dubbi sulla causa umana di questo fenomeno e per questo mi sto prodigando nella divulgazione delle problematiche del clima e dell’energia e io stesso con consapevolezza e coscienza della situazione sto cercando di auto-ridurre le emissioni e i miei consumi energetici”.
Salvatore Quattrocchi.Vorrei fare alcune considerazioni statistiche prendendo in considerazione la lunga serie storica delle temperature. Nel 1991 abbiamo registrato un anno sotto la media: 12.9°C contro una media che allora era di 13.2°C. Da allora sarebbe stato lecito aspettarsi un numero di anni sotto la media di poco inferiore a quello degli anni sopra la media: si parlava già, infatti, di riscaldamento globale, ma tale riscaldamento sembrava procedere a passi più lenti. Invece dal 1991 abbiamo registrato una serie di 16 anni tutti sopra la media. Che probabilità ha di verificarsi un simile evento? La probabilità che un anno sia sopra la media è del 50%; la probabilità che due anni consecutivi siano sopra la media si dimezza: 25% (1 caso favorevole su 4 casi possibili), ancora la metà (12.5%, un caso su 8) per una serie di 3 anni consecutivi sopra la media, e così via fino ad una probabilità di 1/65536 di ottenere una serie di 16 anni tutti sopra la media! Se poi consideriamo che i 10 anni più caldi della serie storica appartengono tutti all’ultimo decennio, allora le probabilità scendono a valori decisamente più piccoli. Coincidenze? Fatalità? No, semplicemente una delle tante prove che stiamo vivendo una fase di profondi cambiamenti climatici. Le probabilità degli eventi sopra descritti, infatti, si riferiscono ad una serie di eventi non interessata da tendenze, diciamo così, di crescita.
I cambiamenti climatici stanno quindi spostando verso valori maggiori la distribuzione delle temperature, dando così spiegazione a fatti altrimenti ritenuti quasi impossibili
”.

Tornando al 2007, a determinare il caldo record è stato soprattutto lo scorso inverno con lo straordinariamente mite gennaio 2007, di cui resterà memorabile l’episodio di föhn del 19 gennaio con 22.4°C, ma anche con la calda primavera, la seconda più calda in assoluto, con nuovo mese record ad aprile. Quindi l’estate, apparsa “normale” al senso comune, abituati a mesi record, ma nel complesso anch’essa piuttosto anomala, numeri alla mano. A settembre per la prima volta da un anno le temperature sono tornate pressoché alla normalità, e poco sopra i restanti mesi autunnali. Infine, non deve ingannare il freddo di metà dicembre: a fatica si sono raggiunti valori nella media o solo poco al di sotto, e del resto il mese era iniziato decisamente mite, con massime anche sui 13-15°C e nuovamente, come lo scorso anno, con inconsueta comparsa di margherite nei prati. Anche quest’ultimo scorcio di dicembre non è certo freddo, con temperature che nell’intero mese, si scosteranno di un paio di gradi dai valori normali. Nonostante le temperature miti, tuttavia, dicembre risulterà il mese più freddo (o meglio, meno caldo) del 2007, in virtù di un inizio anno decisamente mite.
Le piogge. Se nel complesso appaiono sostanzialmente nella media con 619.1 mm, in realtà hanno visto una distribuzione estremamente irregolare con una prolungata siccità soprattutto nei primi 8 mesi dell’anno, mentre il saldo è principalmente ascrivibile a soli 6-7 episodi perturbati dell’ultimo periodo dell’anno.
Assente la neve, salvo fugaci apparizioni di fiocchi in 6 occasioni. Anche negli ultimi giorni dell’anno sembra che lo “zero” resti nel dato degli accumuli nevosi.
Previsione. Attualmente l’alta pressione tiene lontane le nubi, ma non certo lo smog e la nebbia! Domenica transiterà una debole perturbazione. Avremo pertanto tempo in parte soleggiato oggi e domani, sebbene con sole “malato” a causa di qualche velatura da nubi alte e in parte da nebbie e smog che affliggono le zone pianeggianti, mentre per domenica 30 è previsto aumento della nuvolosità fino a cieli generalmente coperti con possibilità di qualche piovasco in pianura e deboli nevicate in Appennino. La perturbazione, come detto, passerà velocemente, e già da lunedì tornerà il sole, cosichè la notte di S. Silvestro trascorrerà con cieli generalmente sereni, banchi di nebbia in pianura e le gelate, a ricordarci che nonostante tutto siamo in inverno.