Il record fatto segnare dal gasolio rischia di avere un effetto valanga sull’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere per addirittura un terzo del prezzo di frutta e verdura con l’80 per cento dei trasporti italiani che avviene su gomma. E’ questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti che consiglia di fare acquisti di prodotti a “chilometri zero” locali e di stagione che non subiscono troppe intermediazioni e non devono percorrere lunghe distanze prima di giungere sulle tavole subendo i rincari dei costi di trasporto dovuti al caro petrolio.

Casi limite sono rappresentati da frutta e verdura importate contro stagione come le ciliegie dal Cile a 25 euro al chilo, le pesche dall’Argentina a 20 euro al chilo o i fagiolini dal Senegal a 22 euro al chilo venduti – rileva la Coldiretti – a prezzi fino a dieci volte superiori a quelli di mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine Made in Italy che si trovano tutti al di sotto dei 3 euro al chilo. Si tratta di evitare – sostiene la Coldiretti – di pagare un tributo all’inflazione con risparmi stimabili in oltre cento euro al mese rispetto ai 467 Euro che ogni famiglia destina mensilmente in media all’acquisto di alimenti e bevande al mese. Peraltro privilegiare prodotti importati – precisa la Coldiretti – appare del tutto ingiustificato perché si tratta spesso di prodotti poco gustosi e saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi di trasporto inquinanti che liberano nell’aria gas ad effetto serra.

Per non cadere nelle trappole del mercato la Coldiretti consiglia di verificare la presenza delle etichette e di scegliere gli ortaggi e la frutta locale e di stagione ma vale anche la pena di recarsi direttamente, quando è possibile fare spostamenti, nei mercati all’ingrosso aperti ai privati cittadini in orari determinati, dove è possibile fare acquisti a collo (cassetta o altro) e usufruire degli eventuali “saldi last-minute. Una scelta che consente di ridurre le intermediazioni e di fare acquisti convenienti con il miglior rapporto prezzo/qualità è anche quella di comperare direttamente nelle 57.530 imprese agricole nazionali che vendono frutta, formaggi, vino, olio e salumi e altre specialità alimentari.

Per iniziativa della Coldiretti con un semplice click sul sito Campagnamica con il motore di ricerca “In viaggio per Fattorie e Cantine” è possibile individuare nel proprio comune, provincia o regione la piu’ ampia gamma di aziende agricole che vendono direttamente selezionando anche le categorie di prodotto desiderate ed eventualmente anche le specialità garantite da marchio. On line anche l’elenco delle centinaia di distributori automatici di latte fresco presenti in Italia dove si risparmia il 40 per cento rispetto ai normali negozi e supermercati. E con il nuovo anno, contro gli aumenti record debutteranno anche in Italia – riferisce la Coldiretti – i mercati esclusivi degli agricoltori, i cosiddetti farmer market, dove è possibile fare la spesa direttamente senza intermediazioni per combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola. Una esperienza che mostra già esempi sperimentali di successo come a Taranto, Bari, Trento, Torino, Monselice (Padova), Montervarchi (Arezzo) e in molte altre città. Con l’entrata in vigore del decreto del Ministero delle Politiche Agricole, fortemente sostenuto dalla mobilitazione della Coldiretti, tutti i Comuni hanno la possibilità di avviare mercati gestiti dagli agricoltori localizzati anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile a seconda delle esigenze locali. A partire dal 2008 secondo le stime dell’Osservatorio sulle vendite dirette promosso dalla Coldiretti potrebbero essere aperti mercati degli agricoltori in 400 città con la partecipazione esclusiva di 8mila aziende agricole in grado di offrire prodotti alimentari con la migliore convenienza nel rapporto tra prezzi e qualità.