Tutto il mondo è paese? Forse. L’ufficio, sicuramente sì! Secondo un’indagine realizzatasu PMI.it, il portale dedicato alle piccole e medie imprese, sarebbe il pettegolezzo, quel “chiacchiericcio” sommerso, consumato nella pausa pranzo o dinanzi alla macchinetta del caffè, una delle maggiori cause di attrito tra colleghi.


Secondo solo alla competizione per la carriera, il pettegolezzo è stato indicato quale maggiore fonte di dissapori in ufficio dal 26,97% di utenti.
L’indagine è stata svolta parallelamente attraverso un sondaggio promosso dal sito, rimasto on line per due settimane, a cui hanno risposto 497 votanti e tramite l’invio di un questionario con domande aperte ad un campione di 100 persone selezionate tra quelle iscritte alla newsletter di pmi.it.
I risultati fotografano una realtà abbastanza variegata, ma unanime nello stabilire alla rivalità per l’avanzamento professionale il primato tra i motivi di litigio tra colleghi. Se non stupisce il 40,13% attribuito all’antagonismo in nome della carriera, la vera sopresa è la percentuale altissima, quasi il 27% che vede nel pettegolezzo la mela della discordia numero uno.

Dal questionario, emerge poi come sguardi, sorrisini e sghignazzi dietro le spalle, ma anche consigli dispensati giornalmente dal collega ficcanaso, creano uno stato di tensione che alla lunga sfocia inevitabilmente in discussione. Storie d’amore, gelosie, corteggiamenti e “simpatie” varie, gli argomenti di conversazione preferiti, ma, in mancanza di scoop eclatanti, ci si accontenta di “sparlare” di molto meno. E molto spesso del proprio capo.
L’importante è dare sfogo al “lato impiccione” che è in noi, facendo però attenzione a non farsi scoprire dai diretti interessati o, peggio, dai propri superiori. In questo, le nuove tecnologie sembrano essere venute incontro in maniera efficace. E-mail, instant messanging sono diventati, a quanto pare, i veicoli principali del gossip da ufficio, la nuova piazza virtuale dove sparlare dei colleghi comodamente seduti alla propria postazione, dietro il monitor del computer e con meno rischi di essere scoperti.

Tra le altre cause che inclinano in maniera episodica, e talora per sempre, la serenità delle giornate lavorative, si piazza al tezo posto, distaccata di oltre tredici punti percentuali, la temperatura della stanza. Debellato il fumo dagli uffici, diventa il condizionatore il galeotto principale dei piccoli grandi litigi quotidiani provocati dalla convivenza in uno stesso ambiente. Rumori e cattive abitudini sono spesso tollerate in un clima amichevole, ma se l’aria è già pesante, di certo telefonate fatte a voce sguainata e non passano inosservate, non da quel 9,21% degli utenti che ci ha tenuto ad indicarlo nel sondaggio. Come pure l’ordine della scrivania.
All’ultimo posto della classifica dei litigi, “last but not least”, con “appena” il 5,26% dei voti, si piazzano le ferie, altra “mina” vacante pronta ad esplodere soprattutto se agosto è vicino.