Arriva l’8 marzo, e come sempre fioriranno insieme alle mimose, sulla stampa analisi su quante donne occupano posti di potere e ruoli rilevanti nella società, oppure sono candidate al Parlamento.


Non vorremmo però ci si dimenticasse di quelli che sono i ruoli maggiormente ricoperti dalle donne che lavorano a Modena ed in Italia, e
allora diamo i numeri:
– il 90% del settore del pulimento (550.000 addetti in Italia) è composto da donne;
– il 99% del lavoro domestico e di assistenza familiare (circa un milione di addette, tra cui 620.000 circa le cosiddette badanti) è composto da donne;
– nella grande distribuzione commerciale l’85% degli occupati (1.500.000 in Italia, 21.000 a Modena) è donna, ma ai livelli di inquadramento più bassi si supera il 95%. I gruppi dirigenti di quelle imprese, al contrario, sono esclusivamente composti da uomini.

Nelle nuove assunzioni si registra a Modena il dato più clamoroso, con 9 donne su 10 assunte con contratti diversi dal tempo indeterminato e pieno.
Nel settore dei servizi sono concentrate la maggior parte delle part-time presenti nel mercato del lavoro. Sono pressoché tutte donne che non hanno scelto il part-time, ma lo accettano come unica possibilità di lavoro.
Lo sviluppo del part-time, lungi dal permettere di conciliare lavoro e cura della famiglia, si è trasformato nella grande distribuzione in un
quotidiano precariato di orario, diritti e salario. Orari comunicati a volte giorno per giorno, diritti ridotti, salario appeso alla disponibilità dell’azienda di concedere ore supplementari.

Nel piccolo commercio, nella ristorazione, nei pubblici esercizi alle donne non va meglio: lavoro nero ed irregolare, molestie e ricatti di ogni tipo.
La maternità, nelle aziende piccole e grandi, per una lavoratrice precaria, corrisponde quasi sempre al mancato rinnovo del contratto di lavoro.

Riportiamo il caso di una lavoratrice dell’ipermercato Conad E.Leclerc, assunta a termine per la prima volta all’inizio del 2003, e che da allora ha nella sua carriera lavorativa atteso con angoscia e speranza un eventuale conferma contrattuale per 10 volte, fra nuovi contratti e proroghe.
La lavoratrice prima del termine dell’ultimo contratto si è scoperta in attesa di un bambino, e alla naturale scadenza del contratto si è ritrovata
disoccupata.
Le tutele previste per le lavoratrici madri non la riguardano più e non ci resta che un auspicio di un nuovo contratto.

L’8 marzo se c’è qualcosa da festeggiare, è la pazienza delle donne…

(Coordinamento Donne Filcams Cgil Modena)