Sciopero martedì 25 marzo alla Sicar di Carpi, contro il trasferimento a Verona dei 16 lavoratori del reparto “stufe a pellet”. La Sicar, storica azienda metalmeccanica carpigiana che conta
complessivamente nello stabilimento carpigiano un centinaio di dipendenti, produce macchine per la lavorazione del legno, e sta attraversando una
situazione di difficoltà sulla produzione di stufe “a pellet”, combustibile derivato dalla trasformazione di biomasse legnose.

Con una scelta aziendale disinvolta, la Sicar per razionalizzare i costi di produzione ha previsto il trasferimento della produzione delle stufe
nell’altro stabilimento di Villabartolomea in provincia di Verona.

I 16 lavoratori, prevalentemente stranieri, residenti da alcuni anni in Italia con le famiglie, impiegati nella produzione di stufe a pellet, secondo l’azienda, dovrebbero seguire le sorti del reparto in cui sono
occupati, e andare a lavorare tutti i giorni a 100 Km da casa. Tra l’altro, molti di loro sono sprovvisti di mezzi per questo eventuale trasferimento.

Per la Rsu e le Organizzazioni Sindacali Fim-Cisl e Fiom-Cgil di Carpi, questa situazione va affrontata con strumenti alternativi ai trasferimenti o ai licenziamenti imposti, come è avvenuto per le altre crisi aziendali in provincia di Modena.
Su queste basi, le lavoratrici e i lavoratori riuniti in assemblea hanno dato mandato all’unanimità alla Rsu e alle Organizzazioni Sindacali di perseguire con l’impresa un percorso che preveda:
– la definizione di un piano industriale di rilancio complessivo dell’attività produttiva;
– la soluzione della crisi aziendale attraverso l’uscita volontaria e incentivata di lavoratori con la mobilità il cui bacino di riferimento sia
l’intera azienda;
– l’attivazione di un percorso formativo a sostegno della mobilità interna tra reparti;
– il coinvolgimento delle istituzioni e delle associazioni di categoria per favorire il reimpiego dei lavoratori.

L’azienda per ora si è limitata ad accogliere eventuali disponibilità alla mobilità volontaria, ma intende comunque trasferire a Villabartolomea i lavoratori del reparto “stufe” che non si rendono disponibili alla mobilità.
La Rsu e le Organizzazioni Sindacali territoriali considerano inaccettabile questa impostazione e considerano l’invio da parte dell’azienda delle
lettere di trasferimento ai lavoratori un atto ostile che avrà in risposta le necessarie azioni di lotta. Inoltre è stato richiesto l’intervento delle
istituzioni per facilitare una soluzione non traumatica della crisi.
Per ultimo, le caratteristiche sociali e produttive di questa vicenda rappresentano una sfida nuova per tutti, azienda, organizzazioni sindacali e istituzioni.
Ad esempio, lo sviluppo compatibile presuppone il concetto di “filiere corte”, perchè allora, non provare a produrre a Carpi le macchine per la produzione del pellet e il pellet stesso, utilizzando le biomasse presenti
sul territorio (scarti di potatura di vigneti e frutteti, legno proveniente da scarti industriali locali ecc.)?
Riduzione del costo del pellet, nuova occupazione nel distretto e diversificazione energetica potrebbero essere i risultati, ci vogliamo provare?

Inoltre, la crisi della Sicar non è un caso isolato, ma si inserisce nella crisi più generale del distretto carpigiano che negli ultimi anni ha visto
chiusure o forti ridimensionamenti di aziende storiche (Lugli, One-ex Areilos, ecc…) con la perdita di numerosi posti di lavoro, e quindi
richiede il forte intervento delle Istituzioni per invertire questa tendenza.

Rsu Sicar Carpi – Fim-Cisl, Fiom-Cgil Carpi