E’ citato come esempio, il preliminare di Piano strutturale comunale (Psc) di Reggio Emilia in mostra ad Ancona, nell’ambito del XXVI Congresso nazionale di Urbanistica, promosso dall’Inu.

“Reggio Emilia – dice l’assessore Ugo Ferrari – è ancora una volta parte del confronto disciplinare e del dibattito culturale nazionale sulla nuova urbanistica di inizio secolo, guidata dalle più avanzate legislazioni regionali come quella della Regione Emilia-Romagna e sollecitata dalle profonde trasformazioni che hanno investito le nostre città e i territori. Le prospettive di uno sviluppo sostenibile di qualità richiedono profonde innovazioni anche sul versante dell’urbanistica e del governo del territorio, su cui ci stiamo misurando con i nuovi Piani generali e settoriali e con le iniziative che a Reggio abbiano messo in campo”.

Giuseppe Campos Venuti, presidente onorario dell’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) promotore del Congresso, oggi, nella sua relazione d’apertura della seconda Giornata di riflessione sulla nuova urbanistica, ha fatto riferimenti significativi all’esperienza di Reggio e del nuovo Piano.
“A Reggio Emilia – ha detto fra l’altro Campos Venuti – il Comune ha affrontato il surriscaldamento della produzione edilizia, con la scelta coraggiosa di un indirizzo che per la residenza ha dimezzato il trend residenziale. Prima della riforma, l’elevato residuo presente, avrebbe reso impossibile questa decisione; il Piano strutturale proposto per Reggio Emilia, grazie alla nuova legge riformista, ha invece potuto oggi fare questa scelta urbanistica significativa”.

“Il nuovo Piano – ha aggiunto l’urbanista – ha consentito a Reggio Emilia un’altra scelta innovativa, impossibile nel Piano precedente. In questo i residui dovuti alla vecchia legge del ‘42, avevano imposto previsioni residenziali che per quattro quinti riguardavano aree inedificate e solo per un quinto aree già edificate da riqualificare. Il nuovo Piano ha capovolto la situazione; sospese le previsioni residue, i due terzi dei nuovi indirizzi dimensionali riguardano aree già edificate, che saranno riqualificate per ospitare i futuri Poli di eccellenza della città, lasciando appena un terzo delle future potenzialità ad utilizzare aree ancora inedificate”.

Il Psc di Reggio sarà all’attenzione del Congresso ancora nella giornata di domani, 19 aprile. L’edizione 2008 del Congresso è appunto dedicata al “Nuovo Piano” e raccoglie, nel suggestivo spazio della Mole Vanvitelliana, le più significative proposte di Piani strutturali provenienti da tutta Italia, selezionati poiché rispondono a elevati standard di qualità ed efficacia operativa.
Tra questi appunto anche quello in corso di elaborazione a Reggio Emilia, che si distingue per l’approccio adottato e la qualità spesa nell’elaborazione di pratiche di governo del territorio.

“Il congresso – ha detto Federico Oliva, presidente dell’Inu – è celebrativo del processo di trasformazione delle pianificazioni, avvenuto in Italia, per volontà di uomini – tecnici, politici, amministratori – che “dal basso” hanno operato innescando forme di buon governo del territorio, sintomatiche di un forte stato di vitalità, di operosità, di intelligenza propositiva, in opposizione al perdurante stato di anarchia, malgrado il raggelante immobilismo legislativo a livello centrale”.