La pubblicazione nei giorni scorsi sui principali organi di informazioni modenesi degli incarichi di consulenza e collaborazione del Comune di
Modena (anno di competenza 2006) tratti dal sito ufficiale Funzione Pubblica e presentati dal ministro Brunetta come operazione di “burocrazia trasparente”, rischia di veicolare un’informazione fuorviante e non del tutto corretta. Soprattutto rischia di accomunare
lavoratori con pochi diritti e tutele ridotte come i collaboratori che svolgono un servizio abituale per fornire con continuità servizi al cittadino, con i consulenti esterni del Comune che realizzano progetti complessi in un arco di tempo limitato.

Serve fare chiarezza anche sui compensi, distinguendo tra durata del contratto (6 mesi, 1 anno, 2 anni, ecc…) con relativo impegno di spesa da parte dell’Amministrazione comunale, e compenso effettivamente erogato sino
ad un dato momento. Senza questa distinzione, che diversi media hanno ignorato, si rischia di indurre nel lettore una scorretta interpretazione
dei dati e di pensare che l’Amministrazione comunale eroghi compensi faraonici, cosa che non è affatto vera soprattutto per quanto riguarda i collaboratori. Un conto è un compenso di 30.000 euro lordi per una
consulenza di un anno, altra cosa è la stessa cifra lorda data ad un collaboratore per 2 anni di lavoro.

Il sindacato NIdiL/Cgil che tutela lavoratori atipici (come i collaboratori coordinati e a progetto), tiene poi a precisare che il compenso impegnato
dal Comune per il collaboratore, non viene più erogato qualora la collaborazione cessi o cambi il rapporto di lavoro con il Comune, cosa che
si è verificata per molti dei collaboratori pubblicati dai media.
In alcuni articoli erano poi riportati in modo erroneo i dati cifrati forniti dal sito del Ministero (che a sua volta riporta certe
imprecisioni), riferendo ad esempio di compensi sovrastimati perchè calcolati due volte.
È discutibile a nostro avviso che si pubblichino i dati personali in tal modo (il Ministero ha infatti ottenuto una deroga dal Garante della privacy), e se si vuol fare una “operazione trasparenza” è a maggior ragione necessario un uso corretto delle informazioni e dei dati disponibili.

A NIdiL/Cgil preme comunque precisare che non si possono accomunare posizioni assai diverse come i consulenti e i collaboratori. Serve
ricordare che questi ultimi, al pari di tutto il variegato e complesso mondo del lavoro “atipico”, hanno un tratto distintivo che li accomuna: l’esclusione dal sistema dei diritti e delle tutele, garantito invece ai lavoratori dipendenti che come loro svolgono attività abituale per l’Ente e garantiscono servizi di qualità ai cittadini.

Il Sindacato continua la sua battaglia per far valere a pieno titolo il diritto di cittadinanza sociale di questi lavoratori, per individuare forme
di tutela specifica per queste nuove modalità di lavoro, per superare l’esclusione dalla rete di protezioni sociali. In questa battaglia vorremmo
trovare al nostro fianco un’informazione puntuale e corretta che contribuisca alla rappresentazione della reale situazione di questi
lavoratori.

(Segreteria NIdiL/Cgil Modena)