Aumenta in provincia di Modena il ricorso delle imprese alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Nei primi sei mesi del 2008 sono già stati raggiunti i valori registrati nell’intero anno scorso. In particolare dal 1° gennaio al 30 giugno nel settore industria sono state autorizzate dall’Inps 238.827 ore di cassa integrazione ordinaria, contro le 220.837 del periodo 1 gennaio-31 dicembre 2007. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria, le ore autorizzate da gennaio a giugno 2008 sono state 172.165, a fronte delle 183.072 registrate nell’intero 2007.

I dati sono diffusi dalla Cisl di Modena, che esprime grande preoccupazione per l’andamento della produzione e del mercato del lavoro nella nostra provincia.

«Questi numeri fotografano in modo preciso lo stato di salute della nostra economia – commenta Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – Purtroppo si conferma una situazione di difficoltà che abbiamo già percepito da tempo e segnalato nei diversi tavoli di confronto aperti con le istituzioni e le associazioni di categoria. Per questo riteniamo necessario accelerare i processi decisionali e arrivare a soluzioni e azioni concertate in grado di contrastare una crisi che si fa sempre più pesante, in particolare in alcuni settori».

Coscia si riferisce alla ceramica, la quale nei primi sei mesi del 2008 ha assorbito da sola il 76 per cento delle ore di cassa integrazione ordinaria e il 70 per cento delle ore di straordinaria, a fronte rispettivamente del 33 per cento di ordinaria e del 31 per cento di straordinaria autorizzate l’anno scorso. Ricordiamo che la cassa integrazione ordinaria si richiede per fronteggiare una crisi congiunturale, quella straordinaria a fronte di una crisi strutturale, con conseguente avvio dei processi di mobilità e perdita definitiva dei posti di lavoro.

«Il lavoratore in cassa integrazione percepisce un’integrazione pari all’80 per cento del salario – spiega il sindacalista Cisl – Questo significa che diminuisce il reddito familiare, che diventa sempre più dura far quadrare i conti, che calano non solo i consumi dei beni voluttuari, ma anche di quelli primari. A ciò si aggiunge la difficoltà a ricollocarsi e trovare nuovi posti di lavoro adeguati. È un fenomeno – sottolinea Coscia – che colpisce soprattutto le donne e gli uomini over 50 anni, anche qualificati».

Il segretario Cisl ricorda che nel distretto Sassuolo-Scandiano è in atto da mesi un confronto tra istituzioni e parti sociali per arrivare a un accordo strategico su competitività, occupazione e coesione sociale nel comprensorio ceramico. Si sta discutendo di logistica più efficiente, mobilità sostenibile, istruzione per i giovani e formazione continua per gli occupati, lavoro di qualità con particolare attenzione alla salute e prevenzione degli infortuni, riqualificazione del territorio.

«Dobbiamo continuare a lavorare con serietà e impegno per rilanciare il distretto sassolese che, se dotato di tutto ciò gli serve (infrastrutture, conoscenze, innovazione, buone relazioni sindacali), – conclude Coscia – può contribuire ancora in modo determinante alla crescita economica e sociale della provincia di Modena».