I sindacati hanno annunciato la ”piena riuscita” dello sciopero regionale di otto ore fatto oggi dai dipendenti dell’artigianato metalmeccanico. Un presidio con cartelli e striscioni ha visto alcune centinaia di lavoratori, in particolare giovani, manifestare a Bologna davanti alla sede Cna regionale.

La giornata di lotta è stata proclamata da Fim, Fiom, Uilm a sostegno del rinnovo del contratto integrativo regionale per circa 60.000 addetti del settore, scaduto da ben 6 anni. “Uno dei pochi integrativi regionali dei quali è aperto il rinnovo nel paese” – ha detto nel suo intervento al presidio Luca Colonna, a nome dei tre sindacati metalmeccanici nazionali, valorizzando l’iniziativa della categoria emiliano-romagnola.
Quello di oggi è il quarto pacchetto di scioperi messo in campo in regione da sindacati e lavoratori dopo la presentazione della piattaforma nel 2005 (di mezzo c’è stata la definizione del nuovo modello contrattuale del 2004), che punta a un nuovo premio di risultato (1200 euro medi annui) e al miglioramento delle normative su malattia, infortuni, formazione, mensa, diritti di assemblea, professionalità. E inoltre alla semplificazione contrattuale attraverso un unico contratto al posto dei tre attuali (meccanica di precisione, odontotecnici e orafo-argentieri).

“Le associazioni artigiane però continuano a contrapporre alle nostre richieste un muro di sapore ideologico – sostiene Gianni Scaltriti, segretario generale Fiom regionale -, con la pretesa di far passare condizioni peggiorative per i lavoratori, in particolare sull’orario, che vorrebbero conteggiare agli effetti del salario nell’arco di sei mesi, in modo da retribuire meno straordinario possibile. Nell’ultimo incontro del 13 maggio, a sei mesi dal precedente, le controparti si sono addirittura presentate con un documento di controproposte datato maggio 2007, un anno prima! Un atteggiamento inequivocabile e molto grave”.

La mobilitazione della categoria è pienamente sostenuta dalle confederazioni regionali Cgil, Cisl, Uil, che denunciano una vera e propria crisi di qualità e credibilità delle relazioni con le associazioni artigiane dell’Emilia Romagna, le quali pongono al tavolo regionale in senso peggiorativo questioni strategiche come l’orario, con l’occhio evidentemente rivolto al tavolo nazionale sulla riforma del sistema contrattuale.
Fim, Fiom, Ulim regionali hanno chiesto la mediazione della Regione (come previsto dall’accordo interconfederale) per sbloccare la vertenza.